Congo, Cpi condanna Katanga: nel 2003 le sue milizie uccisero 200 persone
di Alberto Bellotto (@albertobellotto)
Il popolo del Congo inizia a ricevere alcuni segnali di giustizia: Germain Katanga è stato condannato dalla Corte penale internazionale. Il signore della guerra congolese, lo scorso 7 dicembre è stato ritenuto responsabile di crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati nel corso delle violenze nella provincia di Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo all’inizio del 2003.
La vicenda di Katanga, capo delle milizie FRPI (forze di resistenza patriottiche dell’Ituri), si innesta nella delicata e complicata vicenda del conflitto dell’Ituri, propaggine della seconda guerra del Congo. La guerra, divampata nel giugno del 1999 si configurò inizialmente come scontro etnico tra il gruppo degli Hema e quello dei Lendu. La fase più acuta degli scontri durò circa 4 anni fino al 2003 (ma schermaglie a bassa intensità proseguirono fino al 2007) e causò la morte di circa 60.000 persone, molte delle quali civili. Lo scontro, oltre che i connotati della guerra etnica, fu contraddistinto dalla contrapposizione delle milizie per il controllo per le risorse minerarie della regione, come spesso avviene in Congo.
Secondo la ricostruzione della Corte, le milizie di Katanga che presidiavano la regione si occupavano principalmente del traffico d’armi, controllando l’unico aeroporto della zona, ad Aveba. Sul signore della guerra, trasferito in Olanda nel 2007, pendevano diversi capi di imputazione: sette per crimini di guerra e quattro per crimini contro l’umanità, tra i quali violenze sessuali di massa, schiavismo, reclutamento di bambini soldato ed esecuzioni di massa.
La Corte, dopo un processo iniziato nel 2009, ha condannato Katanga per l’uccisione di 200 civili nel villaggio di Bogoro nel febbraio del 2003. Allo stesso tempo però è stato assolto dall’accusa di schiavismo e reclutamento di bambini soldato per assenza di prove. La Corte però ha stabilito la responsabilità del gruppo di Katanga nel traffico di armi ritenendoli causa della conseguente escalation di violenze.
Il giudice che ha presieduto la Corte, Bruno Cotte ha affermato che: «La tempistica dell’attacco e dei metodi utilizzati (circondando il villaggio, attaccando di notte utilizzando il machete e armi di piccolo calibro) ha portato la Corte a dedurre che l’intento dei combattenti era quello di colpire i civili». Cotte ha aggiunto anche che «senza l’adeguata fornitura di armi non sarebbero stati in grado di effettuare l’attacco».
In realtà non sono mancate le voci discordi, il giudice Christine van den Wijngaerdt ha commentato così la sentenza: «La decisione di condannare Katanga come accessorio, quando era stato inizialmente accusato di giocare un ruolo essenziale in attacco, significa che il suo processo è stato ingiusto».
I giudici Judges Bruno Cotte e Christine Van Den Wyngaert
La condanna di Katanga non è però la prima a sanzionare gli orrori del conflitto nell’Ituri. Nel marzo del 2012 Thomas Lubanga Dyilo venne condannato dal CPI per crimini di guerra commessi tra il 2002 e il 2003, nello specifico sanzionando il reclutamento forzato di bambini sotto i 15 anni utilizzati nel corso del conflitto.