Festival di Internazionale a Ferrara: Uscita d’emergenza. L’Italia tra governo dei tecnici e antipolitica
di Alberto Bellotto
“Uscita d’emergenza. L’Italia tra governo dei tecnici e antipolitica”. È questo il nome dell’incontro che ha inaugurato la serie di dibattiti dell’edizione 2012 del Festival di Internazionale a Ferrara.
Moderato da Corrado Formigli, giornalista e conduttore del programma di informazione Piazzapulita su La7, l’incontro ha visto la partecipazione di alcuni dei più importanti corrispondenti dall’Italia. Rachel Donadio, giornalista americana corrispondente da Roma per il New York Times; John Foot, storico e giornalista britannico; Eric Jozsef, corrispondente francese dall’Italia per i quotidiani Libération e Le Temps e infine Michael Braun, giornalita tedesco della Tageszeitung di Berlino.
Il tema centrale del dibattito è stato il futuro dell’Italia a partire da un possibile Monti Bis, fino alle novità del centro sinistra e all’esplosione del fenomeno grillino.
Il primo passaggio del dibattito ha messo in luce come il caso italiano sia stato il frutto di una situazione di grave e straordinaria emergenza. Se è vero che la crisi ha causato dei cambiamenti anche in altri Paesi, è altresì vero che in Italia lo spazio di manovra è stato ed è tuttora, molto ridotto.
L’elemento di straordinarietà ha però posto la questione della democraticità del governo Monti e di una sua possibile riconferma. Per lo storico John Foot, la possibilità che venga costituito un governo Monti bis dopo le elezioni senza che sia stato prospettato prima delle elezioni, con i partiti che cedono fin da subito il proprio ruolo, rappresenta la fine della democrazia. Il reporter francese Jozsef, pur evidenziando positivamente l’operato di Monti e la sua straordinarietà, ha spostato il discorso sulla dimensione europea. L’agenda Monti, dettata dall’Europa, non esiste solo in Italia ma anche in Francia con Hollande che deve rispettare impegni e regole su base europea. Per Jozsef la chiave democratica deve diventare l’Europa. Nel processo di integrazione europea gli Stati hanno perso progressivamente quote di sovranità, evidenziando come la discussione sulle elezioni dei singoli Stati abbiano assunto la dimensione di una ‹‹politica di condominio››. A questo proposito Rachel Donadio ha voluto chiarire che se da un alto il livello di democraticità di un paese dipende dal numero di A del proprio ranking, dall’altro i problemi dell’Europa non derivano solo dall’inefficienza degli Stati del sud come Italia, Grecia e Spagna, ma anche da un’architettura dell’Euro che va rivista.
Il primo ospite che ha posto la questione di destra e sinistra è stato il tedesco Michael Braun, per il reporter teutonico il primo merito di Monti è stato quello di portare al governo una destra presentabile e non una «destra stracciona come quella di Berlusconi». Per Braun, Fiorito rappresenta una classe politica che non ha né interesse né capacità di governo, mentre la sinistra si riduce ad essere una scatola vuota che da oltre diciassette anni non è in grado di esprimere un leader valido.
Per quanto riguarda la questione destra e sinistra Jozsef, ha invitato ancora una volta tutti a vedere il livello europeo con la necessità di sviluppare delle politiche di destra o di sinistra con una prospettiva europea. In questo senso la sinistra italiana risulta essere poco europea.
La seconda fase del dibattito si è poi sviluppata a partire all’analisi della sinistra italiana, che sembra essere il punto problematico della questione italiana. Mentre per Foot anche il Pd risulta essere impresentabile per i vari scandali che lo hanno colpito in questi anni; per Braun il Pd è in grado di presentare delle eccellenze amministrative come la Toscana e la provincia di Roma, anche se purtroppo i vertici del partito hanno operato affinché le forze rinnovatrici del partito non potessero emergere. In questo contesto si innesta la questione Renzi e le primarie. Per tutti gli ospiti il grande merito di Renzi è quello di aver aperto il tema del rinnovamento all’interno del partito anche se secondo Jozsef, Renzi non ha ancora aperto il suo programma alla prospettiva europea. Per Foot il sindaco di Firenze rappresenta la volontà di modificare e modernizzare il partito che aveva Tony Blair, la voglia di aprirsi al voto dei moderati rompendo i vecchi schemi della sinistra italiana. Il più critico nei confronti del sindaco di Firenze è però il tedesco Braun che accusa Renzi di derive plebiscitarie e di fare campagna elettorale più per se stesso che per il Pd.
L’appunto di Braun ha quindi aperto all’ultima parte della discussione, quella sull’antipolitica. Se infatti Monti e Renzi possono essere assimilati a leader senza partito, l’altro antipolitico per eccellenza è Beppe Grillo. L’elemento comune evidenziato da tutti gli ospiti è quello della necessità di analizzare il movimento. Per Jozsef, Grillo rappresenta la risposta ad una certa domanda di politica. Alle parole del giornalista fanno eco quelle di Rachel Donadio che evidenzia come l’avanzata dei grillini sia da attribuire al fallimento di un sistema politico e dai vuoti che sono venuti a crearsi a destra come a sinistra. Foot si sofferma invece sul carattere post-ideologico del fenomeno Grillo e sulla sua capacità di usare la rete, ma mette in luce anche la carica negativa del suo programma, sottolineando come il 90% delle proposte sia di abolizione, mentre sia assente ogni riferimento alla dimensione europea. Braun ha criticato invece l’odio che molti all’interno del Pd hanno riversato sul movimento di Grillo che invece sta svolgendo un lavoro politico molto intenso all’interno delle amministrazioni locali, più attento e preciso dei politici tradizionali.
Quello che emerge dal dibattito tra i corrispondenti è uno scenario in continua evoluzione. Sicuramente l’accento è stato posto da un lato sulla situazione di crisi che l’Italia e l’Europa stanno vivendo, dall’altro sulla necessità che la politica italiana si rinnovi. In più di un’occasione Formigli e alcuni ospiti hanno ribadito come le prossime elezioni politiche in Italia rappresentino un momento cruciale. La consultazione rappresenterà un primo vero test per l’antipolitica di Grillo, e per il centrosinistra italiano che al momento non sa ancora con chi si presenterà. In mezzo ai grillini e al Pd c’è Mario Monti, che in più di un occasione non ha nascosto la sua disponibilità a continuare con un Monti bis. Quasi ignorato dal dibattito, Silvio Berlusconi è rimasto nell’ombra, considerato oramai passato e ininfluente sulla scena politica futura, ma Braun ammonisce ricordando che in Italia ci sono ancora degli elettori che hanno nostalgia di una certa destra stracciona.