Nello Stato di Washington inizia la vendita di marijuana a scopo ricreativo
di Alberto Bellotto (@albertobellotto)
Dopo il Colorado è arrivato il turno dello Stato di Washington. I negozi dello Stato inizieranno oggi la vendita al pubblico della marijuana a scopo ricreativo. Le autorità hanno infatti informato tutti i rivenditori autorizzati che possono aprire le porte dei negozi alla clientela.
L’inizio delle vendite arriva dopo oltre 20 mesi dai referendum che si sono tenuti nel novembre del 2012. All’epoca l’iniziativa 502 raccolse il 55% dei voti favorevoli con un milione e mezzo di voti. Da allora le autorità hanno lavorato per permettere la vendita della cannabis rispettando i vincoli di legge. La vendita, e il consumo, devono infatti rispettare diverse regole. L’acquisto è permesso solo a chi ha compiuto il 21° anno di età e il consumo non può avvenire né in negozio né in zone pubbliche. Per quanto riguarda le quantità non si può acquistare più di un’oncia di tabacco (circa 28 grammi), non più di 18 oncie di prodotto solido (come caramelle o cioccolata) e massimo 72 oncie di marijuana in formato liquido. Le autorità specificano però che non si possono acquistare tutte e tre nello stesso momento e ricordano che non è possibile trasportare fuori dai confini dello Stato la merce acquistata.
Dopo il “sì” al referendum gli esercenti che hanno fatto richiesta per aprire un punto vendita sono stati oltre 2000, ma le concessioni invece, non hanno superato il centinaio. Al momento però i punti vendita pronti ad aprire sono solo una ventina in tutto lo Stato. A Seattle, città nella quale risiede oltre la metà degli abitanti di tutto il territorio, è aperto un solo retail: “Cannabis City”.
The 1st ever shipment of marijuana to a Seattle pot shop. Cannabis City on 4th Ave opens at noon. @KIRO7Seattle pic.twitter.com/dmCXlx6mN2
— Jeff Dubois (@JeffKIRO7) 8 Luglio 2014
L’arrivo delle prime forniture al Cannabis City di Seattle
L’avviso delle autorità ai rivenditori è arrivato all’ultimo minuto, cogliendo impreparati quasi tutti. La notifica, avvenuta via mail, è arrivata agli addetti ai lavori nella giornata di ieri. Nelle ultime 24 ore i produttori autorizzati dallo stato e i rivenditori hanno lavorato senza sosta per aprire nella mattina di oggi. Secondo una prima stima il basso numero dei coffee shop avrà una ricaduta sul prezzo, che si aggirerà intorno ai 20-25$ per un’oncia, circa il doppio rispetto al valore della cannabis per uso terapeutico.
There are about 20 people in line so far at Cannabis City in Seattle ready for legal pot. #liveonkomo pic.twitter.com/YFgO15nJAn
— Photographer Fred (@PhotogFredKOMO) 8 Luglio 2014
L’arrivo dei primi clienti del Cannabis City
L’apertura dei negozi nello Stato di Washington arriva a 6 mesi da quella del Colorado. Nel frattempo il primo stato a legalizzare la marijuana ha affrontato una serie di assestamenti e problemi. Il decesso di due consumatori a Denver ha spinto il Colorado’s Marijuana Enforcement Division, l’ente che si occupa del controllo della diffusione della cannabis, ad introdurre un test per stabilire livelli di intensità ed effetto dei prodotti. In sei mesi però il commercio ha mostrato tutte le sue potenzialità. Secondo AP nel solo mese di gennaio le autorità hanno incassato circa 2 milioni di dollari di tasse.
Nello Stato di Washington, rispetto al Colorado, esistono ulteriori limitazioni. Tutte le confezioni di prodotti solidi e commestibili a base di marijuana dovranno essere approvati dal ministero della salute dello Stato. Il governatore Jay Inslee ha motivato questa scelta stabilendo che si tratta di una precauzione per proteggere i ragazzi dai possibili rischi: ‹‹pensiamo che la salute dei nostri bambini sia predominante e ogni nostro sforzo sarà focalizzato su questo aspetto››.
Intanto negli Usa si allarga anche il numero degli Stati che adottano la cannabis a fini terapeutici. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, nella giornata di ieri ha firmato la legge che permette l’utilizzo di marijuana per scopi medici. Cuomo però, ha voluto anche ribadire che non si tratta del primo passo verso la sua legalizzazione per scopi ricreativi.