India, il piano alimentare National Food Security Bill è stato approvato dal Parlamento
di Valeria Vellucci
Il 3 settembre 2013 il Parlamento indiano ha approvato il nuovo piano alimentare noto come National Food Security Bill.
Adesso, per far sì che da proposta diventi legge, si attende la firma del Capo di Stato Pranab Mukherjiee. Lo scopo del programma, il quale prevede il coinvolgimento di circa 800 milioni di persone, è quello di alleviare ed arginare il problema della fame e della povertà.
Garantire cereali a prezzi accessibili per coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà, ovvero un terzo della popolazione su 1.2 miliardi di abitanti, è l’obiettivo principale perseguito dal National Food Security Bill. Si prevede che, a coloro che rientrano all’interno programma, verranno mensilmente assegnati 5 kg di riso e altri cereali ad un prezzo che può variare da 1 a 3 rupie (da 1 a 3 centesimi di euro). Attualmente esistono sussidi statali per chi ha un guadagno giornaliero inferiore a 33 rupie nelle aree urbane e meno di 27 in quelle rurali. Tuttavia, i criteri di distribuzione e selezione dei beneficiari previsti dal nuovo piano saranno da precisare.
Secondo gli ultimi dati ufficiali forniti nel 2006 dal Ministry of Health and Family Welfare, il 46% dei bambini è sottopeso, il 33% delle donne e il 28% degli uomini, ha un indice di massa corporea inferiore alla media e il 79% dei bambini tra i 6 e i 35 mesi è affetto da anemia. Tali dati si riferiscono al periodo immediatamente precedente all’aumento dei prezzi: dal 2006 l’inflazione alimentare è stata più veloce rispetto all’inflazione generale, quindi i prezzi degli alimenti di base sono vertiginosamente raddoppiati. La situazione più critica è riscontrata nelle zone di Madhya Pradesh, Bihar e Jharkhand.
Nonostante il piano sia considerato come una misura per cercare di migliorare concretamente le condizioni di vita nel paese, non sono mancate critiche provenienti da vari fronti e soprattutto dal mondo dell’economia e della politica. L’opposizione sostiene che in realtà l’Indian National Congress sta solamente tentando di raccogliere consensi, in vista delle elezioni del 2014, tra le fasce più basse della popolazione. Già nella precedente campagna elettorale il National Food Security Bill fu tra le promesse principali del partito attualmente al potere. Ad essere più critici e scettici sono, però, gli economisti. Secondo questi ultimi il nuovo piano rischia di pesare troppo sull’economia nazionale aumentando così il deficit di bilancio. La piaga della corruzione non desta preoccupazioni minori. Diffusissima all’interno del sistema statale ha prodotto sfiducia nonché il timore che la maggior parte degli aiuti possa finire sul mercato del contrabbando e che parte delle scorte alimentari venga sottratta dagli intermediari prima di raggiungere i cittadini beneficiari, come già spesso accade. Si è critici, inoltre, anche sui non ancora specificati criteri di selezione delle famiglie beneficiarie.
Già nel 2011, quando il Congresso approvò il disegno di legge per poi presentarlo al Lok Sabha (camera bassa del Parlamento), gli analisti politici criticarono il programma dichiarando che invece di stimolare lo sviluppo economico del paese avrebbe gravato ancor più sulla già precaria situazione economica. In quell’occasione è così che si esprimeva l’economista Rajeev Malik: «Servirà solamente a far sanguinare ancor più il mercato fiscale». Tendenzialmente positivo, invece, fu l’atteggiamento del ministro dell’economia, Sharad Pawar, il quale definì la proposta come “una bella sfida”.