Giustizia, l’Ue bacchetta l’Italia: «Ultimi in graduatoria»
Il Commissario alla Giustizia europeo Viviane Reding (ANSA)
di Luca Gemmi
L’Italia incassa l’ennesima bacchettata da parte dell’Unione Europea. Ma questa volta non si parla di economia e indebitamento pubblico: Bruxelles ha attaccato oggi la lentezza della giustizia italiana, che la Commissione Ue situa agli ultimi posti della graduatoria del continente. Terzultimo, davanti solo a Malta e Cipro.
Una media di 500 giorni per risolvere i procedimenti giudiziari che riguardano cause civili e commerciali. Il paese Ue con il numero più alto di procedimenti pendenti per cittadino, 7 su 100, doppia rispetto al secondo in graduatoria, il Portogallo, con 3,5 su 100. Il monitoraggio della Commissione, strumento inaugurato oggi per controllare il funzionamento del sistema giudiziario nei 27 paesi membri, fotografa una realtà italiana già nota da anni agli uffici europei.
«L’Italia ha il più alto numero di condanne della Corte europea dei Diritti dell’uomo per la irragionevole durata dei processi», aveva dichiarato il presidente della Corte di Appello di Milano Giovanni Canzio all’inaugurazione dell’anno giudiziario nel gennaio scorso. «Ha inoltre il triste primato europeo del maggior numero di declaratorie di estinzione del reato per prescrizione, circa 130mila nell’ultimo anno».
«L’attrattiva di un paese per essere un luogo dove investire e fare business è senza dubbio rafforzata dall’avere un sistema giudiziario indipendente ed efficiente», ha sottolineato la commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding. Secondo i dati riportati dal Ministro della Giustizia uscente Paola Severino riferiti al 2011, questi ritardi ci farebbero perdere investimenti per un valore di circa l’1% del Pil ogni anno; 14.188 ricorsi tuttora pendenti, che solo in quell’anno costarono 8,5 milioni allo Stato. A questo si aggiunge una durata stimata per il recupero del credito commerciale in Italia pari a 1210 giorni, in confronto ai 394 della Germania.
«È per questo – ha aggiunto Viviane Reding – che le riforme giudiziarie nazionali sono diventate una componente strutturale importante della strategia economica dell’Europa. La nuova “Classifica della giustizia europea” avrà la funzione di un sistema di preallarme e aiuterà l’Ue e gli stati membri nei nostri sforzi per raggiungere una giustizia più efficace al servizio dei nostri cittadini e degli affari». A lei si unisce il commissario agli affari economici Olli Rehn: «Una giustizia efficiente, indipendente e di alta qualità è essenziale per un ambiente che favorisce il business. Questa nuova iniziativa dell’Ue aiuterà gli stati membri a rafforzare i loro sistemi legali e i loro sforzi per stimolare investimenti e creazione di posti di lavoro».
Infine il commissario europeo Reding ha risposto a chi chiedeva se la colpa dell’inefficienza del sistema italiano fosse da attribuire ai contrasti fra politica e magistratura: «Giù le mani dai giudici. Se si vuole che la magistratura sia davvero indipendente, bisogna lasciarla lavorare».
@lucagemmi