Pubblicato il: Mer, Ott 2nd, 2013

Consiglio d’Europa: la circoncisione è una violazione dei diritti dei minori

di Maria Pozzato

Consiglio d’Europa

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa riunita a Strasburgo ha approvato ieri un documento che sancisce il principio della circoncisione come violazione dell’integrità fisica dei minori.

La decisione è arrivata con 77 sì, 19 no e 12 astensioni. Attraverso il documento, l’assemblea non si propone di vietare la pratica della circoncisione. Sollecita i Paesi in cui è frequente l’usanza a definire con chiarezza quali condizioni sanitarie devono essere rispettate per questo genere di interventi, nel momento in cui vengono effettuati senza giustificazione medica, ovvero senza motivazioni di prevenzione o di cura di patologie.

I 47 membri del Consiglio sono invitati ad introdurre normative che garantiscano la messa in sicurezza delle operazioni, ma soprattutto leggi che permettano al minore di essere grande abbastanza da prendere coscienza di ciò che gli accade e da poter dare un consenso informato.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), a livello mondiale circa il 30% dei maschi (oltre i 15 anni) è circonciso. La maggior parte dei casi, circa il 70%, proviene da Paesi islamici. Il testo di Strasburgo, infatti, è stato fortemente contrastato dalla delegazione turca, Paese in cui l’operazione è ancora molto diffusa.

Organizzazione Mondiale della Sanità

La circoncisione è praticata in vari Paesi del mondo ed è dovuta a fattori culturali  e religiosi. Per i musulmani, ad esempio, la circoncisione ha un significato simbolico di purificazione spirituale e viene praticata sui bambini dai 5 ai 10 anni. Tuttavia è la popolazione maschile di religione ebraica la più soggetta alla circoncisione, che viene praticata ai bambini all’ottavo giorno di vita.

Nel documento approvato dall’assemblea si paragona la circoncisione alla mutilazione dei genitali femminili. Secondo quanto si legge nel sito dell’Unicef, molte donne nel mondo sono soggette a pratiche che vanno dall’incisione all’asportazione, parziale o totale, dei genitali esterni. Bambine, ragazze e donne che le subiscono devono fare i conti con conseguenze e rischi irreversibili per la salute. In Africa sono circa 120 milioni le donne che devono convivere con questa realtà, ma in molti altri Stati gli episodi avvengono nella totale illegalità, perciò è difficile censire il fenomeno.
Tali mutilazioni violano i diritti delle bambine e delle donne, come la circoncisione viola i diritti dei minori.

Nel documento di Strasburgo sono stati condannati anche piercing, tatuaggi e interventi medici su bambini con caratteristiche anatomo-fisiologiche di entrambi i sessi.