Intimidazioni a Pino Maniaci, ma il tg antimafia di Telejato non si ferma
di Giulia Mazzetto
Gli uomini del malaffare lo chiamano “Lo Scassaminchia”, ma lui va avanti a testa alta, dritto per la sua strada. Si chiama Pino Maniaci ed è il direttore del tg di Telejato, emittente televisiva con sede a Partinico, in provincia di Palermo, noto per le sue campagne di informazione e denuncia contro Cosa Nostra. In queste ultime settimane si sta occupando di un imponente traffico di droga presente in Sicilia e gestito dalle organizzazioni mafiose locali, che riguarderebbe presunti festini a base di cocaina nella “Partinico bene”. Evidentemente questa informazione senza filtri ha dato fastidio a più di qualcuno, tanto che la scorsa settimana la vecchia auto in disuso del giornalista, parcheggiata davanti alla sede dell’emittente, è stata data alle fiamme e i suoi due cani, Billy e Cherie, divenuti mascotte della redazione, sono stati avvelenati e fatti trovare barbaramente impiccati con del filo spinato nel cortile della stessa sede.
Subito si è messa in moto la macchina della condanna dell’atroce gesto e la conseguente solidarietà al combattivo cronista, sentimento necessario più che mai in questo momento di particolare recrudescenza del fenomeno mafioso, funestato dallo scandalo scoperchiato dall’inchiesta denominata Mafia Capitale e dalle recenti intimidazioni a Lirio Abbate, altro giornalista impegnato in primissima linea contro la criminalità organizzata, in forza all’Espresso e non per niente citato, proprio insieme a Maniaci, in rappresentanza dei giornalisti italiani nella classifica pubblicata nel maggio di quest’anno dall’Ong Reporters Sans Frontières, in difesa della libertà di stampa, tra i cosiddetti “cento eroi dell’informazione”.
Da quando nel 1999 ha rilevato l’emittente palermitana, Pino Maniaci conduce tutti i giorni dalle 14.00 alle 16.00 il telegiornale, raccontando senza alcuna paura i fatti di cronaca di matrice mafiosa che avvengono a Partinico e dintorni, apostrofando senza mezzi termini i mafiosi con l’appellativo PDM (“pezzi di merda”), non sentendosi tuttavia un eroe, ma ribadendo a chiunque gli domandi perché lo faccia che si tratta del comportamento che “qualsiasi siciliano per bene dovrebbe adottare”. Questo suo racconto sulla realtà siciliana e l’imperterrita volontà di denunciare attraverso l’informazione il giro d’affari malavitoso gli hanno tuttavia causato non pochi problemi: negli anni ha accumulato più di trecento querele, diverse aggressioni fisiche e altrettante minacce di morte. Inoltre di recente ha denunciato rapporti poco chiari nella gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nel palermitano ed è perciò stato ascoltato in commissione parlamentare Antimafia nell’ambito dell’inchiesta sui giornalisti minacciati coordinata da Claudio Fava.
Moltissime sono le persone intervenute alla manifestazione organizzata sabato 6 dicembre nella sede di Telejato, da Ismaele La Vardera e da tutto il comitato Addiopizzo, per esprimere completo sostegno a Maniaci, che dal canto suo ha affermato a gran voce che il lavoro dell’emittente non si fermerà neppure davanti a quest’ennesima grave intimidazione. Amministratori locali, giornalisti, associazioni, ma anche tanti cittadini comuni hanno così lanciato la campagna #iostoconPino, per dimostrare affetto e stima a questo eroe quotidiano e per portare sempre più persone a condividere il suo motto che, rivolto agli esponenti della criminalità organizzata, recita: «Loro si sentono uomini d’onore e per noi è una questione d’onore disonorarli».