Riconoscimento dello Stato di Palestina, cosa chiede la lettera inviata al governo italiano
di Stefania Manservigi
Una lettera presentata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni per chiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina anche da parte dell’Italia. È questa l’iniziativa lanciata da “Rete della pace”, “Rete italiana disarmo” e “Sbilanciamoci!” nel tentativo di cavalcare l’onda positiva alzata dai riconoscimenti già avvenuti in Svezia, Spagna e per ultimo in Francia.
«È dal 1980 che l’Unione Europea afferma che la soluzione a questo cruciale conflitto sia quella di arrivare a “due popoli e due stati” ma quello che abbiamo visto finora è solo la crescita della colonizzazione dei territori palestinesi occupati dal 1967 da parte di Israele» recita l’appello, ricordando brevemente gli eventi salienti che hanno caratterizzato l’annosa vicenda mediorientale. E ancora «La motivazione che viene addotta da diversi rappresentanti politici per il non riconoscimento è che questo nuocerebbe ai negoziati, ma noi pensiamo esattamente l’opposto; i negoziati saranno ritenuti necessari da Israele nella misura in cui la comunità internazionale mostrasse, con il riconoscimento dello Stato di Palestina seppur atto simbolico, il suo deciso e chiaro impegno per il rispetto della legalità e per la soluzione politica del conflitto nel quadro delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei “due popoli, due stati”».
Riconoscimento che già è avvenuto in 134 paesi di tutto il mondo e, da qualche mese, anche sul fronte europeo con la Svezia che, per prima tra gli Stati membri dell’Unione Europea, il 30 ottobre 2014 ha riconosciuto ufficialmente lo Stato palestinese. Gesto simbolico quello del governo di Stoccolma che ha fatto discutere, e che ha spianato la strada ad altre decisioni di verso simile. Sulla scia lasciata dal modello svedese, infatti, si sono pronunciati a ruota anche i Parlamenti di Gran Bretagna e Spagna che hanno approvato una mozione, non vincolante per i rispettivi Governi, di riconoscimento dello Stato di Palestina. Un passo leggermente indietro rispetto a quanto successo in Svezia, dove è stato il Governo a prendere posizione e a sancire il riconoscimento della realtà statuale palestinese. Un passo comunque di grande valore che ha scatenato nuove reazioni nel panorama europeo su un argomento delicato che da sempre divide l’opinione pubblica e ha portato alla presa di posizione anche da parte del Parlamento francese. Proprio in questi giorni, infatti, anche l’Assemblea Nazionale francese ha approvato la mozione che chiede al governo di riconoscere lo Stato della Palestina. L’esito finale è stato di 339 voti favorevoli contro 151 voti contrari e 16 astensioni.
Il testo francese, nonostante come i precedenti approvati in Gran Bretagna e Spagna non sia vincolante per il governo, ha un’importanza politica straordinaria in quanto può fungere da ulteriore esempio per altri Paesi dell’Unione Europea.
E se in Europa qualcosa sembra muoversi, anche in Italia inizia a diffondersi la sensibilizzazione sul tema, la cui discussione sembra non poter essere più rimandata. Tuttavia, se la ripresa dei negoziati tra le parti che punti al raggiungimento di una situazione di pace permanente tra Israele e Palestina sembra essere, quanto meno a parole, una priorità per il nostro governo, d’altra parte il Parlamento italiano non ha ancora calendarizzato il dibattito su tre mozioni riguardanti il riconoscimento dello Stato di Palestina rinviando la questione a tempi più adatti alla ripresa del dialogo, come comunicato dal portavoce della Farnesina.
Si inserisce in questo stato di immobilismo la lettera indirizzata al premier, che potrebbe giocare un ruolo importante affinché anche l’Italia si allinei alla posizione netta che pian piano i maggiori Stati Europei stanno assumendo sulla questione mediorientale.