Intervista a Mina Welby: ‘no’ al reato d’indifferenza rispetto al fine vita
di Adalgisa Marrocco
Si tratta del nuovo invito lanciato dal comitato Eutanasia Legale e dall’Associazione Luca Coscioni: riunirsi nei pressi del Parlamento l’11 settembre per un walk-around, organizzare manifestazioni a carattere locale dall’11 al 13 settembre. L’obiettivo è sollecitare la politica a discutere la proposta di legge per l’eutanasia legale, firmata da 67.000 cittadini e depositata lo scorso anno. In circa dodici mesi, i Palazzi non hanno dato spazio ad una sola audizione o dibattito sul diritto al fine vita. Per comprendere meglio la situazione, abbiamo intervistato Mina Welby, moglie di Piergiorgio e membro di presidenza dell’Associazione Coscioni.
Matteo Renzi e il suo governo si proclamano paladini della rottamazione, ma sul fronte bioetico e dei diritti civili trova giusto parlare figurativamente di reiterazione del “reato” d’indifferenza?
“Reato di indifferenza” è la definizione esatta. E l’indifferenza è molto peggio dell’opposizione: quando si ha a che vedere con qualcuno che non ci ascolta qualsiasi sforzo è inutile, mentre se si oppone alle nostre posizioni possiamo argomentare ed instaurare una sorta di dialogo. Renzi non ha mai fatto riferimento alle tematiche per cui l’Associazione Luca Coscioni e il comitato Eutanasia Legale si battono. Magari ha citato le coppie di fatto, però in modo abbastanza evasivo. Mi sembra che le volontà individuali ed il diritto di scelta siano per il presidente del Consiglio un tabù. Verso Matteo Renzi nutro una paziente attesa e spero che, nel corso della sua frenetica attività, si pronunci anche sulle libertà individuali. Forse il suo metodo dovrebbe essere più calmo e riflessivo, perché fino ad ora di tutta quella frenesia non riesco a vedere i frutti. Renzi dovrebbe comprendere che queste sono tematiche sociali che colpiscono tanto i malati, quanto i medici. Infatti, in assenza di una regolamentazione a tutela della volontà del singolo, spesso i medici si trovano in difficoltà e sono spinti a scegliere l’accanimento terapeutico per evitare conseguenze legali. In più, se Renzi taglia il fondo per la non autosufficienza non può in alcun modo sembrare intenzionato a dare una mano ai malati.
E gli altri politici?
Per quanto riguarda il resto della classe politica, abbiamo dei parlamentari che sono d’accordo con le nostre battaglie e vogliono che si discuta in aula la legge sull’eutanasia legale. Al di là della maniera in cui questi parlamentari sceglieranno di votare, sostenere la discussione della legge è già un grande gesto laico. Quello che più importa è arrivare a dibattere una normativa fatta bene, evitando disegni di legge irrispettosi della volontà del paziente come quello che tempo fa era stato firmato dal parlamentare Calabrò. Secondo l’articolo 32 della nostra Costituzione, il cittadino può rifiutare qualsiasi trattamento sanitario, anche salva-vita, grazie al secondo comma aggiunto dall’allora ventisettenne Aldo Moro. La scelta dei padri costituenti era stata dettata dalla consapevolezza degli orrori perpetrati durante la Seconda Guerra Mondiale nei campi di concentramento, dove i prigionieri erano sottoposti ad esperimenti che oggi, per fortuna e giustamente, non vengono perpetrati nemmeno più sugli animali.
Dati recenti evidenziano l’aumento dei casi di turismo eutanasico da parte di pazienti italiani. Cosa può dirci sul fenomeno?
Recarsi in Svizzera per ricorrere a trattamenti eutanasici è davvero costoso, quindi non alla portata di tutti. In Italia, ci sono sicuramente casi di eutanasia clandestina. Poi esistono le cure palliative che offrono anche sostegno psicologico, ma sono comunque molto onerose, adoperate molto nel nord Italia, un po’ meno frequenti al centro e totalmente assenti al sud. Un’alternativa più economica sono gli antidolorifici. Tante volte, si sceglie di somministrare una dose maggiore di morfina per accelerare il decesso in modo silenzioso, pur nella consapevolezza di rischiare un processo per omicidio volontario. Il medico che ha assistito mio marito Piergiorgio è stato imputato (e poi prosciolto) di omicidio del consenziente, avendo messo in atto un suicidio assistito per porre fine alle sofferenze causate dalla ventilazione artificiale. Avere diritto a scegliere sul fine vita dovrebbe essere un sollievo, la concretizzazione del diritto a concludere la propria esistenza in modo sereno.
All’estero, giornali come The Economist e New York Times hanno preso posizione a favore del diritto al fine vita, in Italia c’è quasi sempre silenzio su questi temi. Lei cosa auspicherebbe?
Dovrebbero esserci delle pagine culturali all’interno dei giornali, dove si discuta di questi temi per permettere ai cittadini di informarsi. Purtroppo gli italiani leggono poco, per questo bisognerebbe offrire dei canali facilmente fruibili. Basta recarsi in una qualsiasi libreria per trovare un’infinità di volumi dedicati al tema del fine vita. Ci sono anche romanzi e film che, volendo, aiuterebbero ad avere cognizione di queste problematiche. All’ultimo Festival del Cinema di Venezia è stato presentato “Farewell Party”, un film israeliano che tratta con ironia il tema e che mi ha ricordato molto lo spirito di mio marito Piergiorgio. Lui affermò “morire non è uno scherzo”, ma ad un certo punto disse anche “andate a chiacchierare un po’ in salotto perché io devo prepararmi a morire, è la prima volta che lo faccio”.
Quale appello lancia ai cittadini in previsione delle manifestazioni che l’Associazione Luca Coscioni sta organizzando dall’11 al 13 settembre a Roma e in varie città italiane?
In concreto, dalle ore 16 dell’11 settembre saremo a Roma in piazza Montecitorio per dare inizio al nostro walk-around che durerà fino alle 12 del giorno successivo. Chiedo ai cittadini di unirsi a noi per far sentire la nostra voce, perché solo insieme possiamo dimostrare la forza della battaglia. Poi, nelle piazze di moltissime città italiane, si organizzeranno tavoli per sensibilizzare la cittadinanza su questi temi. Sul sito del comitato Eutanasia Legale, è possibile scoprire la lista dettagliata delle manifestazioni e dei luoghi in cui si terranno.