Eutanasia, nuovo appello per sollecitare la discussione della proposta di legge
di Adalgisa Marrocco
Un ultimo appello viene lanciato dal comitato Eutanasia Legale e dall’Associazione Luca Coscioni: riunirsi nei pressi del Parlamento con Mina Welby il 12 settembre, organizzare manifestazioni a carattere locale dal 12 al 13 settembre. Ancora una volta, l’obiettivo è sollecitare la politica a discutere la proposta di legge per l’eutanasia legale, firmata da 67.000 cittadini e depositata lo scorso anno. I Palazzi, in quasi dodici mesi, non hanno dato cenno di ascolto, non si è tenuta una sola audizione e nemmeno un dibattito sul diritto al fine vita.
Si parte dalla richiesta del rispetto dell’articolo 71 della Costituzione, che prevede l’obbligo di discutere in Parlamento le leggi di iniziativa popolare e l’impossibilità di ridurle, in maniera preventiva e non democratica, a documenti d’archivio. Per anni, governi di colori politici differenti hanno procrastinato e/o messo da parte la discussione sul testamento biologico. Pochi giorni fa, nell’ambito dei lavori per le riforme costituzionali, un emendamento approvato con voto segreto ha assegnato al Senato il compito di occuparsi delle questioni bioetiche e dei diritti civili.
Mentre la politica si copre gli occhi, l’informazione non sembra voler aguzzare la vista. Anche su questo punto, comitati e associazioni denunciano la prevenzione italiana rispetto a determinati temi. Negli scorsi giorni, “The Economist” ha annunciato che sosterrà la legge per il suicidio assistito in Inghilterra, mentre l’americano “New York Times” ha iniziato una campagna per la legalizzazione della cannabis. Se l’editoriale del “New York Times” è stato ripreso dal “Corriere della Sera”, quello di “The Economist” sembra non aver ricevuto alcun richiamo sulla stampa italiana.
Carlo Troilo, membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, ha scritto: «In Italia sul tema dell’eutanasia – che è una delle questioni su cui maggiormente è impegnata la nostra associazione – non ricordo, dai tempi lontani di Montanelli, un solo direttore che abbia firmato un editoriale in merito per impegnare la linea del giornale, non contentandosi di riferire sui fatti di cronaca o, al massimo, di pubblicare due pareri sul tema, con la formula scolastica del “favorevole” e “contrario”. In questo modo i direttori dei giornali si rendono “complici” dei parlamentari che continuano ad ignorare la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla eutanasia dopo quasi un anno dalla sua presentazione ed oltre 4 mesi dalla lettera aperta inviatami dal Presidente Napolitano per sollecitare il Parlamento a discuterne».