Via alla ristrutturazione della Domus Aurea: mancano i fondi?
di Riccardo Venturi
La Domus Aurea, villa voluta e fatta costruire dall’imperatore Nerone dopo l’incendio che distrusse Roma nel 64 d.C., è uno dei gioielli artistici italiani che, ancora oggi e dopo varie vicissitudini, non è aperto al pubblico. I problemi di sicurezza che riguardano l’area interessata, hanno costretto le autorità a riaprire e chiudere il monumento più volte nel passato recente. È dunque arrivato il via libera al progetto che dovrebbe risolvere definitivamente la questione.
Alla conferenza stampa di presentazione, svoltasi proprio all’interno della Sala Ottagona del complesso romano, erano presenti la sopraintendente Mariarosaria Barbera, la responsabile della Domus Aurea, Federica Fillippi, ed anche il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Approfittando della presenza di stampa e televisioni, Franceschini ha voluto lanciare un appello ad imprese e privati per il finanziamento del progetto. «Lo Stato farà la sua parte, anche in caso di necessità», assicura il ministro, ma non ci sarebbero scuse adesso che è stato approvato il cosiddetto “Art bonus”, il Dl Cultura e Turismo volto ad agevolare finanziamenti e donazioni per sostenere il patrimonio culturale e rilanciare il settore turistico nazionale. Questo pacchetto di norme, già entrato in vigore il primo giugno 2014, «ha reso detraibile il 65% delle donazioni che le singole persone e le imprese faranno in favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, teatri e fondazioni lirico sinfoniche».
L’appello è rivolto non solo a investitori italiani, ma anche ad imprese straniere desiderose di legare il proprio nome alla ristrutturazione e alla riapertura al pubblico di una meraviglia di fama mondiale. I lavori dovrebbero durare quattro anni, per un totale di 31 milioni di euro circa. Il che significa dover disporre di circa 7/8 milioni di euro all’anno. La Domus Aurea è da decenni che soffre di una situazione a rischio, dovuta a problemi di vario tipo, come infiltrazione d’acqua ed umidità, traffico, stabilità del giardino sovrastante. L’ultimo crollo, quello della volta d’ingresso di una galleria che portava alle Terme Traianee, è datato 2010. Una prima fase di indagine archeologica, con approfondimenti scientifici ed attività di scavo, è già in corso ed è stata quasi ultimata. In seguito, saranno portate avanti le opere di ripristino delle strutture emergenti. Infine, nell’ambito della realizzazione di un “giardino sostenibile”, sarà integrato un pacchetto tecnologico (con lo scopo di facilitare la conservazione della villa, in particolare decorazioni e murature) e verrà implementato un “sistema integrato di protezione” per risolvere il problema di umidità e infiltrazioni. In totale, saranno coinvolte circa tredici imprese specializzate in diversi settori.
Già patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1980, la Domus Aurea è una delle punte di diamante dell’arte italiana. Situata sul Colle Oppio, in antichità la struttura costituiva gran parte dell’Urbe post-incendio, tanto da spingere Plinio a testimoniare sulla sua grandezza. Oggi è rimasta conservata solo parte del padiglione, che comunque si articola in 150 stanze e in due “quartieri”, uno occidentale ed uno orientale. Oltre agli straordinari elementi architettonici e alle decorazioni di marmo, oro e gemme (in gran parte ormai persi o asportati a causa del successivo intervento di Traiano), rimangono la decorazione pittorica e i rilievi di stucco.
La villa neroniana rappresenta solo uno dei tanti casi di difficoltà e problematicità nella gestione dell’inimitabile patrimonio artistico italiano. Il caso mediaticamente più clamoroso, quello dei crolli di Pompei , è solo la punta di un iceberg; l’impasse riguardante il recupero e la valorizzazione dei beni culturali sembra ancora lontano dall’essere superato. In un Paese dove le potenzialità turistiche sarebbero infinite, rende increduli il dato statistico che ci vede in fondo alla classifica europea per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1.1%, contro il 2.2% della media UE). Se tutto va bene, dovranno passare ancora quattro anni prima che una perla come la Domus Aurea possa essere messa a disposizione dell’umanità intera.