Pubblicato il: Lun, Dic 16th, 2013

Nuove manifestazioni in Ucraina tra proposta di amnistia e stop Ue

di Alberto Bellotto (@albertobellotto)

Proteste in piazza Maidan a Kiev, Ucraina

Le nuove manifestazioni in Ucraina rendono la situazione sempre più intricata. Mentre le proteste pro-europa proseguono senza sosta, il presidente ucraino, Viktor Yanukovych, lo scorso 13 dicembre, ha offerto ai manifestanti un incontro per cercare di placare le proteste e uscire dall’impasse.

Le manifestazioni, scoppiate verso la fine di novembre, sono state presentate dai media occidentali come apertamente pro-euro. Secondo i manifestanti l’esecutivo del presidente Yanukovych, avrebbe intrapreso un processo di avvicinamento alla Russia di Putin a discapito degli accordi con l’Ue che si sarebbero dovuti firmare a Vilnius, in Lituania, tra il 28 e 29 novembre.

Dal canto suo il presidente, prendendo atto della protesta, ha teso la mano verso i dimostranti dichiarando che si «deve voltare pagina». L’idea di Yanukovych sarebbe quella di votare un’amnistia per i manifestanti e alcuni leader della protesta: «le persone arrestate dovrebbero essere liberate e così anche quelle condannate» ha detto all’agenzia Ukrinform. I filo-europei, pur accogliendo con favore la decisione di aprire un tavolo di trattative, non si accontentano della sola amnistia.
Il presidente si è adoperato anche per rimuovere Oleksander Popov, sindaco di Kiev e Vladimir Sivkoych, vice segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza, colpevoli di aver violato i diritti costituzionali nella gestione delle manifestazioni.

Il presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovych 

I tre schieramenti leader della protesta, composti dall’ex-pugile Vitali Klitschko, capo del partito Udar, il nazionalista Oleg Tyagnybok e il capo del partito di Yulia Tymoshenko, Arseniy Yatsenyuk, proseguono per la loro strada presidiando piazza Maidan.

Nella giornata di ieri altre 200 mila persone sono scese in piazza a Kiev chiedendo le dimissioni del presidente e la ripresa delle trattative con l’Ue a discapito del riavvicinamento con la Russia. Intanto, però, sabato il partito del presidente ha organizzato una contro manifestazione in favore dell’esecutivo con circa 60 mila persone che hanno sfilato in Piazza Europa per rivendicare il rapporto con Mosca.

Sul fronte internazionale il governo ucraino cerca di trovare un accordo che non scontenti Ue e Russia. Nonostante il vicepremier Serhy Arbuzov abbia dichiarato che il patto di libero scambio con l’Ue verrà comunque firmato, l’Ue ha comunicato che l’accordo rimane bloccato. Per gli organi europei le richieste economiche di Kiev sono inaccettabili. Stefan Fuele, commissario europeo per l’allargamento, attraverso un tweet, ha affermato che «le discussioni sono subordinate ad un impegno di firma e che i lavori sono fermi».

 

La presa di posizione degli organi europei segna una marcia indietro rispetto all’ottimismo respirato i giorni scorsi. Catherine Ashton, l’alto rappresentante della politica estera dell’Ue, aveva riportato che Yanukovich aveva «chiarito che ha intenzione di firmare l’accordo». Nel pomeriggio di ieri il portavoce del primo ministro Nikolai Azarov ha dichiarato all’agenzia Interfax che «l’Ucraina spera di poter continuare a lavorare sull’accordo di associazione con l’Ue» ma non ha risposto al tweet di Fuele concludendo che «il governo risponderà solo ai commenti ufficiali dell’Ue sullo stato dei negoziati».

Sul fronte extra-europeo sono arrivate anche le posizioni Russia e Usa. Il premier Dmitri Medved ha attaccato duramente Usa e Europa: «Un’ingerenza inaccettabile di Europa e Stati Uniti negli affari interni di uno Stato sovrano». Il premier sarebbe risentito per le visite delle autorità europee ai manifestanti. E proprio sul fronte diplomatico si stanno muovendo anche gli Stati Uniti. Sabato è arrivato a Kiev il senatore americano John McCain. L’ex-candidato alla presidenza Usa ha motivato la sua decisione di visitare il paese dicendo che intende «incontrare i membri del governo e i leader della protesta per cercare di superare il momento critico e aiutare gli ucraini a determinare il loro futuro».

 

Di seguito il video dell’intervento del senatore McCain

 

Al momento non è possibile stabilire se le trattative tra Ucraina e Europa riprenderanno verso la firma dell’accordo, quello che però è certo è che il fronte delle proteste è determinato a continuare la sua azione. L’Ue intanto ha in programma una riunione della giornata di oggi per decidere come agire nelle prossime settimane anche se tra le opzioni rimane escluso il ricorso alle sanzioni.

AGGIORNAMENTO 16/12 ore 22:00
Il partito delle Regioni, del quale fa parte il presidente Yanukovich, ha chiesto, nella mattinata di oggi, un rimpasto del governo. La deputata Hanna Herman ha dichiarato che il partito vuole un segno di forte cambiamento al governo chiedendo ‹‹ad Azarov di cambiare il 90% dei ministri››. Dal canto suo Azarov si è detto fiducioso per l’accordo Ucraina-Europa, dichiarando che la scelta dell’Ucraina è quella di proseguire nel processo di integrazione europea.