Pubblicato il: Dom, Set 22nd, 2013

Proteste in Grecia, il governo vuole bandire Alba Dorata

di Riccardo Venturi

Le scene delle manifestazioni e proteste ateniesi sono ormai entrate nell’immaginario comune, ma quello che sta succedendo in questi giorni nella capitale attica rappresenta un segnale importante anche da un punto di vista simbolico e potrebbe condurre a dei sostanziali cambiamenti nel panorama politico greco. L’esecutivo ellenico si starebbe infatti attivando per lo scioglimento di Alba Dorata.

Giorgos Roupakias

Anni di profonda crisi economica si stanno concretizzando in un diffuso degrado e nei sempre più frequenti atti di violenza. La notte del 18 settembre è stato ucciso nel quartiere di Keratsini Pavlos Fyssas, rapper trentaquattrenne e militante di Antarsia, gruppo che unisce diverse organizzazioni elleniche appartenenti alla sinistra radicale. Fyassas (anche noto nell’ambiente musicale come Killah P.) è stato accoltellato da Giorgos Roupakias, quarantacinque anni, legato al partito di estrema destra Chrysi Avgi (Alba Dorata), presente in Parlamento con diciotto seggi. L’episodio scaturisce da una lite, ma le indagini, facilitate dalla confessione di Roupakias, dal controllo dei tabulati telefonici e dal racconto di alcuni testimoni, hanno fatto emergere un’aggressione di trenta persone nei confronti del cantante e la premeditazione dell’omicidio.

L’attenzione del paese si è inevitabilmente concentrata sulla natura e sul ruolo politico di Alba Dorata. Proprio per il 18 e il 19 settembre era previsto uno sciopero generale, con le politiche di austerità del governo di Antonis Samaras nel mirino. Una volta appresa la notizia, con il paese sotto shock, le manifestazioni sono sfociate in una grande protesta contro Alba Dorata e la sua crescente impunità, mentre una folla di persone, si stima una cifra superiore al migliaio, ha assistito ai funerali del rapper. Atene, Salonicco, Patrasso e altre città greche fanno da teatro allo scontro tra manifestanti e forze dell’ordine, con decine di arresti, utilizzo dei lacrimogeni, lancio di pietre e diversi feriti. C’è chi lamenta un collegamento diretto (e non inedito) tra la dura repressione e i legami fra polizia e ambienti vicini (se non interni) al partito di Michaloliakos; secondo il quotidiano “To Vima” ben metà degli agenti greci ha votato per Chrysi Avgi alle elezioni politiche del 2012, mentre già nel 2004 il giornale “Ta Nea” aveva provato a metterne in evidenza i punti di contatto, smentiti ufficialmente dai diretti interessati.  Anche nello stesso caso di Fyssas, si punta l’indice verso l’assenza di prevenzione da parte della polizia, già in passato rimasta impassibile dinanzi alle dimostrazioni di forza dei militanti. In ogni caso, le proteste dei giorni scorsi hanno trovato per la prima volta riscontro politico e non si sono spente nell’indifferenza generale.

Proteste ad Atene

Alba Dorata respinge qualsiasi accusa di ingerenza o coinvolgimento diretto, rimpallando a Roupakias ogni responsabilità; Michaloliakos, furioso per la strumentalizzazione dell’omicidio, dichiara: «condanniamo questo evento e altri eventi. Condanniamo ogni atto di violenza».

Sia il Primo Ministro, sia altri membri dei due principali partiti al governo, Nea Dimokratia e PASOK, hanno evidenziato la pericolosità di Alba Dorata per la stabilità istituzionale e la democrazia greca, sempre più a rischio. Anche il Presidente della Grecia, Papoulias, si è esposto direttamente sulla questione: «è nostro compito non lasciare alcuno spazio al fascismo».

Secondo fonti interne al governo, la recente aggressione mortale avrebbe definitivamente smascherato le intenzioni dei militanti di Chrysi Avgi, svelandone i metodi da “gang criminale”. Quanto basta per dare via al processo giuridico che dichiarerebbe fuorilegge il partito nazionalista, minando le sue fondamenta e riducendo drasticamente i casi di impunità dovuti alla “benevolenza” della polizia. Rimangono comunque dei dubbi riguardo la vicinanza di alcuni parlamentari di Nea Dimokratia con personaggi legati a Michaloliakos e riguardo la legittimità costituzionale di tale processo. Syriza, principale forza di opposizione, si professa contraria allo scioglimento, ma suggerisce e appoggia misure drastiche da adottare nei confronti di tutti i membri del partito, secondo quanto previsto dal codice penale greco. Intanto, proprio in seguito all’omicidio di Keratsini, le forze dell’ordine hanno iniziato a perquisire le sezioni di Alba Dorata in tutto il paese. L’impressione di parte dell’opinione pubblica greca è che non ci saranno grandi ripercussioni legali per le diverse centinaia di attacchi sferrati negli ultimi tre anni, sempre stando a quanto riportato da “To Vima”.

Nonostante la crescente indignazione e le recenti proteste trasversali, Alba Dorata riesce ad aumentare i propri consensi in una Grecia sempre più disillusa nei confronti dell’establishment nazionale ed europeo, attestandosi, secondo gli ultimi sondaggi, al 13%. Organizzazione politica di poco conto fino al 2012, raccoglieva in origine istanze nazionaliste e filo-naziste, salvo poi espandersi e conquistare per la prima volta dei seggi in Parlamento, cavalcando il malcontento diffuso fra i ceti urbani più poveri ed emarginati.

In generale, le difficoltà quotidiane della popolazione hanno permesso a partiti precedentemente minoritari di mettere in crisi il tradizionale bipartitismo ellenico. Il grande risultato elettorale di Syriza fa da contraltare alla crescita verticale della destra nazionalista, la cui massima espressione è proprio Alba Dorata. Michaloliakos ha fatto leva su una retorica patriottica che punta il dito sulle responsabilità dei partiti tradizionali e sulle colpe dei “nemici e traditori della nazione”, tra i quali soprattutto immigrati e gruppi di sinistra, oggetto di frequenti intimidazioni e attacchi dei militanti vestiti di nero. Inoltre, un’improvvisata ma capillare e funzionante rete di solidarietà allestita dai gruppi locali in supporto ai cittadini greci (di passaporto e rigorosamente di origine) ha contribuito a stabilizzarne e farne crescere la popolarità e il consenso, soprattutto nelle periferie di Atene; qui molte persone, per lo più anziane, ricevono quest’unica forma di sostegno parallela allo stato.

Il trend che vede una costante crescita di Alba Dorata procedere sullo stesso binario degli indicatori economici (il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 65%), rende indirettamente evidenti l’inconsistenza e la passività dell’Europa attuale e crea un pericoloso precedente sulle rigide e indiscriminate politiche di austerity.