Pubblicato il: Mar, Lug 30th, 2013

Twitter, presto il tasto anti-abusi. La nuova battaglia della femminista Caroline Criado Perez

di Giulia Mazzetto

Caroline Criado Perez durante la battaglia per le nuove banconote. Fonte: guardian.co.uk

Caroline Criado Perez durante la battaglia per le nuove banconote.

«Abbiamo fatto cambiare idea alla Banca d’Inghilterra, possiamo farlo anche con Twitter». Scatta con questo tweet la nuova battaglia della femminista inglese Caroline Criado-Perez, vittima di abusi sul famoso social network. Twitter ha già promesso un bottone anti abusi valido per tutte le piattaforme.

Pochi giorni prima era stata la banca centrale di Londra a capitolare, accettando di cambiare l’effige sulla banconota da 10 sterline dal 2017, quando gli inglesi potranno osservare Jane Austen al posto dello storico ritratto di Charles Darwin. La celebre scrittrice di “Orgoglio e pregiudizio” costituisce, a detta della Banca d’Inghilterra, il primo passo per un restyling delle banconote nazionali all’insegna di una maggiore presenza di donne anche sul denaro.

Tra la folta schiera delle attiviste d’oltremanica che usano la Rete per campagne mirate, come Laura Bates, che ha diretto la protesta dell’Everyday Sexism Project contro le immagini misogine di Facebook, o Lucy-Anne Holmes, che guida la crociata per far sparire le immagini in topless dai tabloid, nel giro di una settimana la Perez, 29 anni, cofondatrice di thewomensroom.org.uk, è diventata così la più famosa e la più esposta. Non appena raggiunta la vittoria nei confronti della Banca d’Inghilterra è stata infatti vittima di un vero e proprio attacco organizzato su Twitter, collezionando una media di cinquanta tweet violenti all’ora, per 12 ore, contenenti minacce di stupro, di morte e volgarità di ogni genere, aumentate quando ha annunciato che si sarebbe rivolta alla polizia. Polizia che ha potuto attivarsi velocemente grazie alla presentazione da parte della stessa Criado-Perez di una denuncia formale con allegati i tweet incriminati, conclusasi con l’arresto di uno degli autori della persecuzione digitale, un ventunenne di Manchester, rilasciato poi ieri su cauzione.

Ma non tutti hanno gli strumenti dell’attivista femminista e secondo molti utenti dovrebbe essere Twitter ad offrire maggiori tutele, inserendo una funzione che consenta un’immediata segnalazione degli abusi. Questo il motivo del lancio della petizione online di Change.org, già firmata da più di 70mila persone, che chiede a Twitter un tasto ad hoc per denunciare i messaggi violenti. Le procedure di segnalazione degli eventuali abusi infatti già esistono, ma secondo i promotori della campagna sono troppo farraginose e lente, consistendo in un modulo da riempire online e successivamente inviare al sito con tempi decisamente sproporzionati rispetto alla rapidità della Rete.

L’account Twitter di Caroline Criado Perez.

La Perez, prima di rivolgersi alla polizia, ha scritto a Mark Luckie, responsabile del settore news a New York, ottenendo come unica risposta quella di un portavoce che cercava di chiudere il caso garantendo la sospensione degli account che non rispettano le regole della comunità virtuale. Da qui l’accusa della blogger che si è unita al coro delle critiche, divenendone la principale promotrice e sentenziando in un’intervista alla Bbc che in quest’ambito «Twitter paradossalmente non capisce come funziona la Rete».

La risposta del social è stata giudicata gravemente inadeguata anche dalla ministra dell’Interno ombra, la laburista Yvette Cooper, che ha sottolineato come “nonostante la gravità di queste minacce, le risposte ufficiali di Twitter continuano a essere molto deboli, non soltanto nel caso di Caroline, ma per molte altre donne”. “La soluzione più efficace continua a essere quella di rivolgersi alla polizia, ma anche i social media hanno una responsabilità di non tollerare questo genere di abusi, visto che riguardano minacce di stupro e altri comportamenti potenzialmente criminali” – ha poi concluso arrivando a minacciare l’organizzazione di un boicottaggio in Rete per il 4 agosto nel caso in cui la situazione rimanga invariata.

La valanga di reazioni ha quindi costretto il sito di San Francisco a tornare sui propri passi, promettendo un bottone di denuncia abusi per tutte le piattaforme, sul modello di quello già in funzione sugli ultimi iPhone e tablet, dove tramite iOS basta selezionare il tasto con i tre pallini, presente sotto ogni tweet, e poi la voce “Segnala Tweet”, seguita da una schermata per spiegare il motivo della segnalazione. In un post sul blog ufficiale dal titolo We hear you, si spiega come sia impossibile monitorare tutti i 400 milioni di cinguettii giornalieri, ma nel contempo si assicura che Twitter non rimarrà insensibile alla richiesta degli utenti.