La Rai dice no a Miss Italia, Laura Boldrini appoggia la decisione
di Stefania Manservigi (@stestefyz)
La Rai quest’anno non trasmetterà Miss Italia, il più famoso concorso di bellezza femminile della penisola, e Laura Boldrini ha appoggiato senza esitazioni questa scelta.
La Presidente della Camera è intervenuta infatti ieri sulla questione, nel corso del suo intervento a un convegno alla Camera del Lavoro di Milano avente ad oggetto l’immagine e il potere in tema di diritti femminili. Boldrini ha stigmatizzato l’immagine della donna lanciata da concorsi come Miss Italia: una donna zitta, che non parla ma che si sveste, e che viene giudicata dal punto di vista meramente estetico.
Un giudizio che non si ferma solo al programma in questione, ma che permette di effettuare una panoramica sul ruolo della donna nella televisione italiana, riproponendo l’eterna battaglia (non ancora del tutto vinta) per la parità di genere.
Per Boldrini, infatti, «In televisione c’è una par condicio che viene violata assai più frequentemente ed è quella tra i generi e la loro rappresentazione. Qualche segnale importante però sta arrivando: penso alla decisione della Rai di rinunciare quest’anno a Miss Italia, per la quale ho già espresso il mio apprezzamento alla presidente Tarantola. […] L’auspicio è che la scelta della Rai faccia da calamita a tutte le altre tv e i network italiani. Qualcuno si è lamentato di questa scelta come se si trattasse di un clima di austerità cupa e bacchettona. Io credo invece che ci si debba rallegrare di una scelta moderna e civile». La Presidente della Camera lancia poi la provocazione: «È più grave che una donna debba togliersi i vestiti in tv o che si debba completamente coprire?».
E sul tema della violenza sulle donne e gli stereotipi femminili, così duri a morire in Italia, aggiunge: «Il mio auspicio è che il servizio pubblico sappia trovare anche forme di collaborazione con la scuola italiana. In Europa non è abituale usare donne seminude per vendere yogurt, televisori e valigie. Così come sarebbe difficile vedere in onda uno spot in cui papà e bambini stanno seduti a tavola, mentre la mamma in piedi serve tutti. Tornando a Miss Italia, spero che le ragazze italiane possano avere, per farsi apprezzare, altre possibilità, anche televisive, che non quella di sfilare numerate.»
La replica alle parole decise della Presidente di Montecitorio è arrivata dalla patrona della kermesse di bellezza, Patrizia Mirigliani, che ha rivendicato l’importante ruolo che ha avuto Miss Italia per le donne, avendo perseguito con etica e correttezza per ben 74 anni lo scopo di valorizzare la bellezza italiana. E a Boldrini così risponde: «Vorrei incontrare la Presidente per renderla partecipe di quanto Miss Italia abbia fatto per le donne, ovviamente in un settore a lei poco conosciuto. Forse l’on. Boldrini non sa che in questi giorni centinaia di Comuni italiani, associazioni e gruppi della nostra società stanno organizzando i tradizionali, dignitosissimi spettacoli di Miss Italia che ogni sera riempiono le nostre piazze coinvolgendo centinaia di migliaia di persone.
Le protagoniste sono cinquemila ragazze che liberamente si sono iscritte e che partecipano, né nude né mute, per conquistare quella visibilità che nessun altro evento mette loro a disposizione in maniera così seria e pulita. Esattamente come hanno fatto le numerose ragazze che oggi lavorano in Rai, nella moda e nella pubblicità».
Dello stesso avviso è Tania Zamparo, vincitrice dell’edizione del 2000: «Siamo un paese libero e ognuno può dire quel che vuole ma da una carica istituzionale così importante quelle parole suonano comunque poco rispettose nei confronti delle migliaia se non milioni di ragazze che dal 1939 ad oggi hanno partecipato al concorso. Ragazze in gamba, lavoratrici, professioniste, molte laureate, molte che hanno fatto carriera in maniera limpida nel mondo dello spettacolo e tutte che hanno fatto, con grande dignità, un concorso che fa parte della storia e del costume italiani».
La cosa certa è che il concorso, ormai, non sembra più rivestire l’importanza che aveva trent’anni fa e la cancellazione della Rai ne è la prova. Segno, forse, che i tempi (come auspica la presidente Boldrini) stanno davvero cambiando.