Egitto, l’ultimatum imposto a Morsi è scaduto. I Fratelli Musulmani: ‘È golpe militare’
di Valeria Vellucci
È scaduto ieri pomeriggio, alle ore 16.30 ora italiana, l’ultimatum imposto dai militari al Presidente egiziano Muhammad Morsi ed aspramente criticato dai Fratelli Musulmani. Dopo 48 ore, questo il lasso di tempo imposto dai militari per cercare un punto di incontro con l’opposizione, nessun accordo è stato raggiunto. «Proseguirò nella mia azione di riconciliazione nazionale, i militari devono farsi da parte e non interferire con la vita civile del paese». Queste le ultime considerazioni che il contestato presidente ha espresso in un comunicato.
Dopo una settimana di intense manifestazioni, la situazione appariva già molto tesa, soprattutto durante la scorsa notte, quando violenti scontri si sono verificati nei pressi di Alessandria d’Egitto ed in altre città, il bilancio: circa 10 morti e centinaia di feriti.
L’Egitto piomba nel caos e milioni di persone si riversano nelle strade cairote. La stampa egiziana, principalmente il quotidiano Al-Hayat, diffonde la notizia dell’arresto di Morsi da parte dei militari. Seppur, inizialmente, non confermata in via ufficiale ed addirittura smentita da due portavoce del presidente, la notizia si diffonde rapidamente anche tra le principali testate internazionali, le quali affermano che il presidente si troverebbe agli arresti domiciliari presso la sede della Guardia Repubblicana al Cairo. Nella notte, però, l’ex presidente egiziano è stato trasferito presso il Ministero della Difesa, mentre il suo staff posto agli arresti domiciliari all’interno di un edificio militare.
In Egitto è in corso un golpe militare ed è direttamente il Consigliere della Sicurezza Nazionale di Morsi ad affermarlo. Al-Arabya descrive carri armati e militari che circondano il palazzo presidenziale, elicotteri che sorvolano Piazza Tahrir e sostenitori pro ed anti Morsi separati da lunghe file di mezzi blindati.
Il consigliere di Morsi per le Relazioni Internazionali, Hessam el-Haddad, ha dichiarato: «Diamo il giusto nome a quello che sta succedendo: golpe militare» aggiungendo: «In questi giorni a fronte di una forza popolare così imponente, non può esserci alcun golpe militare senza un enorme spargimento di sangue. Chi di voi è pronto a sostenere questa vergogna?». Inoltre, accusa l’opposizione a causa del suo rifiuto di accogliere l’appello al dialogo proposto nei mesi precedenti da Morsi.
Gli Stati Uniti intervengono attraverso le dichiarazioni del portavoce del Pentagono, George Little, il quale afferma: «La crisi egiziana va risolta con mezzi politici» precisando che essi non sostengono alcun gruppo o partito. Obama sarà costretto a rivedere quelli che sono gli aiuti all’Egitto in quanto, secondo le legge, gli Stati Uniti devono sospendere gli aiuti ad un paese che rovescia, attraverso un colpo di stato, un leader eletto democraticamente.
È nel tardo pomeriggio, ore 19.00, che una fonte del giornale Al-Ahram online diffonde la notizia che l’ormai ex presidente egiziano è stato informato della sua destituzione. Morsi non ha più poteri e la Costituzione è stata sospesa. Nonostante tutto, attraverso un video messaggio, fa appello al popolo egiziano autodefinendosi ancora presidente, chiedendo di difenderne la legittimità. Esponenti di spicco dei Fratelli Musulmani sono stati arrestati, tra cui anche Saad al-Katatni e il capo dei parlamentari al-Bayumi. È il quotidiano al-Ahram a darne la notizia e, a quanto pare, le manette sarebbero scattate per circa 300 esponenti di spicco della Fratellanza.
Il premio nobel el-Beradei, annuncia la creazione di una road map, la quale garantisce elezioni presidenziali anticipate, risposta alle domande del popolo e realizzazione di una conciliazione. Nella tarda serata di ieri arrivano anche le prime dichiarazioni del gran imam di Al-Azhar, Ahmed el-Tayyeb e del capo della chiesa copta, Tawadros, i quali annunciano il loro appoggio alla road map stessa, come proposta per uscire dalla crisi.