Turchia, 24 arrestati a Smirne. L’accusa: ‘Tweet che istigano a manifestare contro il Premier’
di Valeria Vellucci
Mentre la scorsa notte Istanbul era dominata da quella che può essere definita come una ′relativa calma′, a Smirne, città della Turchia centro – occidentale, 24 persone venivano arrestate. Ed è così che 24 giovani, tra i 20 ed i 25 anni, sono stati prelevati dalla polizia all’interno delle proprie abitazioni. L’accusa: tweet in sostegno alle manifestazioni, propaganda ed istigazione a manifestare contro il Premier. I giovani, di cui 14 ancora ricercati, sono stati rintracciati grazie al loro indirizzo IP, immediatamente posto fuori uso.
Solamente due giorni fa il Premier turco Erdoğan aveva espresso tutto il suo disappunto nei confronti dei social network, considerandoli come ′una minaccia per la nostra società′. Conseguentemente a tali dichiarazioni sono seguite voci facenti riferimento ad una censura in atto, nonché ad un indebolimento della rete. Quella stessa rete che, in assenza di un’informazione adeguata ed attendibile, fornisce certo un punto di riferimento.
Intanto, nonostante le pubbliche scuse del governo, inviate in conferenza stampa dal vice premier Arinc e riguardanti l’eccessivo uso della violenza da parte della polizia, le proteste non accennano a placarsi. Seppur la situazione non può essere definita come preoccupante, nella notte alcuni scontri si sono avuti nella zona di İnönü Caddesi, nei pressi dello stadio. Gas e lacrimogeni sono stati lanciati per disperdere i manifestanti ed impedire loro di dirigersi verso Beşiktaş, mentre a Gümüşsuyu si sono avute barricate contro cariche della polizia. Quella di Taksim, invece, è stata una notte tranquilla e senza scontri, tranne che per alcune automobili private ed autobus pubblici dati alle fiamme.
Ma, quella di ieri, è stata una giornata importante e significativa anche per le donne. In prima linea durante le manifestazioni, sfidando gas e cannoni ad acqua, hanno ieri organizzato un corteo che ha riempito le vie di Istiklal Caddesi. Armate solamente di slogan e bombolette spray, hanno cancellato le molteplici scritte sessiste comparse sui muri pubblici di quella che è una delle più popolari strade di Istanbul.
Ore di attesa e riflettori puntati sull’incontro tra Arinc e i manifestanti, come anche sul destino della proposta di legge sull’alcool. Nel frattempo l’Associazione dei Medici Turchi rende noto che le vittime degli scontri sarebbero 2 e i feriti, nelle sole Ankara ed Istanbul, circa 2.500 di cui 3 in condizioni critiche. Cifre, queste, che non corrisponderebbero con quelle fornite dal governo, le quali riferivano di 160 feriti tra i poliziotti e 60 tra i civili.
Per approfondire potete ascoltare l’intervista a Giordano Ambrosi, studente dell’Università di Verona in Erasmus a Istanbul, che racconta alla web radio FuoriAulaNetwork la sua testimonianza diretta delle tensioni in Turchia.