Beppe Grillo e i legami con il movimento della decrescita
di Luca Gemmi
Questa mattina Maurizio Pallante, ospite del talk show Agorà su Rai 3, ha spiegato: «Ho votato Grillo perché ha intercettato le idee del Movimento per la decrescita», di cui Pallante è leader e fondatore. Non solo: il saggista è intervenuto più volte nel blog del comico genovese, dove è pubblicizzato anche il suo libro “La decrescita felice”. Un’organizzazione con il quale il Movimento 5 Stelle sembra avere forti legami.
Grillo, a differenza dei suoi avversari, nei comizi della campagna elettorale non ha mai parlato di “ricette per tornare a crescere” o “diminuire il debito pubblico”. Ma sono stati ricorrenti i termini “È finita” e “Rivoluzione”. L’idea di essere arrivati a una svolta epocale, e che questa svolta sia rappresentata dal Movimento 5 Stelle, è ciò che Grillo sostiene da sempre. Una rivoluzione culturale, politica, ma anche economica? Fino a poco tempo fa non escludeva l’ipotesi di uscire dall’euro, poi accantonata perché non popolare fra i sostenitori del movimento, pur mantenendo una forte impronta anti-europeista.
La decrescita è una corrente di pensiero economica e sociale, di cui uno dei massimo esponenti è il francese Serge Latouche. Un movimento che mira alla riduzione della produzione economica e dei consumi con l’obiettivo di riportare equità fra gli uomini e ridurre l’impatto ecologico con la natura. Un nuovo “paradigma” culturale, di reazione alla globalizzazione e alla crescita illimitata attraverso un consumo eco-solidale.
«Tutti i concetti della decrescita di Pallante io li ho appresi da piccolo, dai miei genitori, dai miei nonni, ed è l’economia del futuro», lo ha sostenuto lo stesso Beppe Grillo nel 2008 ospite ad un incontro sulla decrescita a Gambettola. «Pallante deve diventare il prossimo Presidente del Consiglio». Certamente solo una provocazione quella dell’ex comico, che ha comunque ospitato il leader della Decrescita nel suo blog più volte negli anni successivi.
«La crescita è la causa della crisi che stiamo vivendo e che quindi non può essere la soluzione. Non si può pensare di risolvere un problema rafforzando le cause che lo producono» racconta Maurizio Pallante dallo stesso blog di Grillo, in un intervento datato agosto 2012. «Se si produce sempre di più aumenta l’offerta di merci; se le persone che sono inserite nei processi produttivi sono sempre di meno diminuisce la domanda di merci, perché diminuisce il reddito con cui possono comprare le cose che vengono prodotte».
Per sostenere la domande quindi, continua Pallante, nel corso degli anni si sarebbe fatto ricorso al debito. Oggi l’economia tradizionale non sarebbe riuscita a frenare l’avanzata di questo debito, come dimostrerebbe l’esperienza politica di Mario Monti. «Perché se si lavora per ridurre il debito, siccome la domanda è fatta e basata in grande parte sul debito, si riduce la domanda e si aggrava la crisi. Se invece si vuole rilanciare l’economia bisogna aumentare la domanda e per fare questo bisogna aumentare i debiti».
La ricetta avanzata da Pallante dal blog di Grillo, in linea con la filosofia della decrescita, non è quella di produrre di più, ma “produrre meglio”: attraverso la riduzione degli sprechi, ma non a livello economico, bensì ambientale; ma anche la formazione di gruppi d’acquisto solidale, per vendere prodotti dalla filiera corta e creare un’agricoltura eco-sostenibile. Punti programmatici non lontani dal Movimento 5 Stelle.
Pallante, tuttavia, nello studio di Agorà ammette: «Grillo non ha sposato la decrescita, ma molti elettori ed eletti del M5S sì», come il neo-sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Forse i deputati 5 Stelle non faranno della decrescita il loro programma politico in senso stretto, ma l’impronta ecologica, ambientalistica ed eco-sostenibile del movimento ha senza dubbio contribuito al suo enorme successo elettorale.
@lucagemmi