Medjugorje: anche Ratzinger non ci crede, sospesi due frati, vietati i pellegrinaggi
di Andrea Gentili
Piccolo retroscena di una storia lunga ormai 30 anni. «Stanno ancora accadendo ogni giorno?» chiede il pontefice Benedetto XVI al mons. Ratko Peric, vescovo della diocesi di Mostar-Duvno, dove risiede la parrocchia di Medjugorje. «Ogni giorno Santo Padre. Ad uno di loro a Boston, ad un’altra vicino Milano ed ancora ad un’altra in Krehin Gradac in Erzegovina, ed il tutto è fatto sotto il protocollo delle apparizioni di Medjugorje. Finora ci sono state circa 35.000 apparizioni e non se ne vede fine!»
L’incontro tra i due è avvenuto tra il 23 e il 28 febbraio 2006. Una visita privata, dichiarazioni riservate, tutto condito in una veste personale. Non era una visita ufficiale quella del mons. Peric a Papa Benedetto XVI, un incontro durato 15 minuti dove si è parlato di catechismo, di costruzione di nuove chiese in Erzegovina, ma anche di questioni meno gioiose come l’espulsione di nove membri dell’ordine francescano, e soprattutto, delle apparizioni di Medjugorje.
Facciamo chiarezza: la storia di Medjugorje inizia il 24 giugno 1981 quando la Madonna sarebbe apparsa a sei bambini. Allora la Bosnia-Erzegovina faceva parte della Jugoslavia, repubblica socialista con regime dittatoriale sullo stampo dell’Urss: andare in Chiesa significa essere non solo degli emarginati sociali, ma spesso anche rischiare la vita. In quegli anni tuttavia iniziava a spirare un vento di libertà portato da movimenti politici come Solidarnosch in Polonia, e dall’indebolimento del potere di controllo dell’Urss, cosicché al potere centrale del partito sfuggì il controllo della situazione, con conseguente ascesa dei nazionalisti cattolici, tra i quali giocò un ruolo fondamentale per lo sviluppo della storia l’ordine dei francescani. La vicenda era preparata ottimamente per suggestionare i fedeli e creare una sorta di collettivo religioso per la creazione di una consapevole identità nazionale, tanto che già nei due anni precedenti l’apparizione, a Medjugorje e nei dintorni comparvero all’improvviso numerosi segni “soprannaturali” come dei rosari comparsi dal cielo, e guarigioni miracolose. Non c’è alcun dubbio che proprio grazie a questi fenomeni e alla stessa apparizione della Vergine, i frati francescani ne uscirono decisamente rinforzati. Innanzitutto era stato proprio uno di loro a “profetizzare” l’avvento della Madonna, con conseguente afflusso di fedeli; ma non solo, perché proprio uno dei primi messaggi che l’apparizione affidò al cuore dei bambini non fu altro che una propaganda politica e cioè il compito di convincere il Papa in persona a redimere i francescani, i quali, con la pubblicità ottenuta dalle continue apparizioni, conquistarono sempre più consensi e si allearono con gli indipendentisti e con gli Ustascia, gruppo nazionalista e neo-nazista, famoso per gli eccidi di migliaia di ebrei, serbi e zingari durante la seconda guerra mondiale e la guerra di Jugoslavia.
Tutto ciò non si scopre ora, ma è curioso venire a conoscenza di come la Chiesa Cattolica romana ha reagito davanti a questa strumentalizzazione politica, perché se Papa Giovanni Paolo II credeva molto in Medjugorje, lo stesso non si può affermare per Benedetto XVI. Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede datato 1978, firmato da Paolo VI e chiamato “norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni” afferma che spetta al vescovo della diocesi di verificare personalmente il contenuto e la manifestazione di tali apparizioni e di dare quindi lui stesso un giudizio. Ebbene le dichiarazioni ufficiali dei due vescovi di Mostar-Duvno che si sono succeduti ci sono state, e ben più di una. Entrambi hanno dichiarato che a Medjugorje «la Madonna non è mai apparsa». Nel 1986 la Conferenza Episcopale della Jugoslavia vietò i pellegrinaggi a Medjugorje, divieto poi andato in fumo per l’impossibilità di fermare i milioni di fedeli che ogni giorno si recavano nella parrocchia jugoslava. Nel 1991, dopo anni di indagini, la Conferenza Episcopale jugoslava giunse a una conclusione, che sarebbe stata poi spedita in lettera a Giovanni Paolo II: tale epistola affermava che «sulle base delle ricerche fin qui compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e fenomeni soprannaturali». Intanto in Jugoslavia si accendeva la guerra etnica, e i francescani, appoggiati dai sostegni economici delle Caritas francescane in tutto il mondo e dai soldi dei fedeli che pellegrinavano nella parrocchia dei miracoli, sostenevano il croato Karadzic a far man bassa dei bosniaci e di tutti i musulmani. Il vescovo di Mostar-Duvno, Ratko Peric, da sempre in forte contrasto con i francescani, fu rapito e poi successivamente liberato.
Il Vaticano così, nel 1996, sciolse il suo silenzio, che si pensa fosse frutto dell’opera di rafforzamento della fede cattolica che comunque Medjugorje stava donando a una nazione in bilico tra il mondo ortodosso e quello islamico. Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato vaticano, ma allora segretario della Congregazione per la dottrina della Fede, in una lettera rivolta a Woityla, concluse che «i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati né a livello parrocchiale, né diocesano». I frati francescani che invece avevano aiutato e appoggiato sia materialmente che spiritualmente i 6 bambini veggenti, padre Tomislav Vaslic e padre Jozo Zovko, sono stati entrambi sospesi dalle loro cariche: mentre il secondo è stato espulso dall’ordine nel 2004, il primo, accusato di «diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, misticismo sospetto, disobbedienza nei confronti di ordini legittimi emessi, e sospetto di eresia e di scisma» è stato sospeso nel 2008, ma l’annuncio è stato dato ufficialmente solo qualche giorno fa. Addirittura sembra che Vaslic si sia dimesso per evitare la scomunica. I sei bambini intanto diventati adulti, vivrebbero invece nel lusso grazie alla loro fama e all’opera di pellegrinaggio che loro stessi organizzano anche nelle loro case, che sarebbero ovviamente a pagamento, con visite guidate e colloqui personali.
E così non ci si stupisce se nel colloquio tra Ratzinger e il vescovo Peric, il Papa sarebbe scoppiato a ridere quando Peric gli avrebbe chiesto se era vero che voleva riconoscere Medjugorje come Santuario. Come non stupisce che Benedetto XVI avrebbe chiesto: «Come può un credente accettare come credibili le apparizioni che si presentano ogni giorno e per tanti anni?»
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