Lorella Zanardo, una donna candidata dal web per entrare nel cda Rai
di Angela Amarante
Il 21 giugno la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sarà chiamata ad eleggere i nuovi membri del consiglio d’amministrazione della Rai. Dopo la nomina, voluta dal Presidente del consiglio Mario Monti, di Anna Maria Tarantola a Presidentessa del Cda e di Luigi Gubitosi a Direttore generale, spetta ai partiti indicare i sette consiglieri che li affiancheranno.
Il segretario Pd Pierluigi Bersani, dopo aver paventato la non partecipazione del suo partito alle nomine, ha chiesto alle associazioni Libera, Se non ora quando, Libertà e Giustizia e Comitato per la libertà e il diritto di informazione di scegliere due candidati per il cda Rai. A questo punto, le associazioni Articolo 21 e MoveOn Italia, che fanno parte del Comitato per la libertà e il diritto d’informazione, hanno chiesto ai cittadini di esprimere la loro preferenza sugli eventuali candidati. La risposta del web è stata dirompente, e migliaia di preferenze sono andate a Lorella Zanardo. L’autrice del video “Il corpo delle donne”, un’analisi dello sfruttamento dell’immagine femminile in Tv visto da 5 milioni di persone, è stata manager e consulente della Commissione europea, ed è blogger e autrice del progetto per le scuole “Nuovi occhi per la tv”.
«La mia nomina è nata a sorpresa ed è stata espressione dei cittadini» spiega Zanardo, che sostiene: «La tv di oggi è vecchia, non parla ai giovani e spesso offre contenuti poco interessanti. È elitario dire di spegnerla, mentre guardarla è un diritto. Deve offrire programmi per tutti e che non siano umilianti. Ma un cda è un organo complesso, in cui servono competenze tecniche». Competenze che ha acquisito nel suo percorso professionale e che non ha mancato di elencare nel curriculum inviato alla Commissione di vigilanza, una volta appreso della sua candidatura da parte della società civile.
Se la nomina venisse approvata, Zanardo vorrebbe “che un canale tornasse ad essere servizio pubblico, perché gli italiani non chiedono solo intrattenimento con donne nude, ma programmi per imparare e che facciano divulgazione”. Poi inserire all’interno del palinsesto trasmissioni che rispecchino la realtà e mostrino le donne al di là degli stereotipi “soubrette, astrologa o vittima”. E aggiunge: «Proporrei una versione attualizzata di “Non è mai troppo tardi”, la trasmissione del maestro Manzi che ha insegnato a scrivere a milioni di italiani nel dopoguerra. I tassi di analfabetismo nel nostro Paese, infatti, sono tra i più alti d’Europa».
La nomina di Lorella Zanardo – sostenuta pubblicamente anche dalle giornaliste Loredana Lipperini, Marina Terragni, Giovanna Cosenza, Giorgia Vezzoli – ha già suscitato l’irritazione de Il Foglio e di quanti non hanno apprezzato il tragico realismo di “Il corpo delle donne”.
Nel garbuglio della faccenda “nomine Rai” nasce però una nuova e profonda consapevolezza: i cittadini hanno dimostrato di volere maggior partecipazione nelle scelte politiche, che in questo caso riguardano il servizio pubblico televisivo. Ma hanno anche dimostrato di apprezzare le reali qualità femminili, troppo spesso nascoste, svalutate, svilite dal modello femminile imposto dalla tv e che proprio Lorella Zanardo combatte ogni giorno. I lettori hanno infatti proposto molti nomi di donne: oltre a Zanardo, che ha raccolto la maggioranza delle preferenze, sono state indicate Milena Gabanelli, Concita De Gregorio, Norma Rangeri.
Una nuova Rai sembra davvero possibile.