La disabilità e il tabù dell’assistenza sessuale: parla Maximiliano Ulivieri
di Serena Santoro
Maximiliano Ulivieri, 44 anni, toscano di nascita e bolognese d’adozione, è affetto da CMT1A, una malattia genetica rara. Project manager nelle questioni di disabilità, lavora da 5 anni nel campo del turismo accessibile ed è fondatore del Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale. «Mi sono avvicinato alla tematica dell’assistenza sessuale perché sono un essere umano» racconta Ulivieri al nostro giornale. «Fino a 25/26 anni non avevo internet, ero isolato e non avevo conoscenze in paese».
Chiariamo un punto: cos’è l’assistenza sessuale e qual è il suo rapporto con l’amore?
Preciso che non sono l’eroe dei disabili, molti non sono d’accordo con me. La loro contrarietà è la mancanza di conoscenza del mio pensiero. In primo luogo è colpa della paura; la persona con disabilità, se messa in determinate condizioni, può entrare in contatto con diverse persone e può quindi incontrare l’amore e vivere in modo soddisfacente. Ho infatti iniziato creando Loveability, raccontando quanto sia normale vivere l’amore. L’assistenza sessuale, invece, è un tabù. Non bisogna pensare che questa figura basti. Se io spingo verso questa direzione, non significa che mi dimentichi le relazioni e l’amore vissuto in modo autonomo. Dobbiamo avere questa possibilità perché ci sono persone che fanno fatica a comunicare. Io mi riferisco a situazioni estremamente complesse, in cui può intervenire questa figura (ovviamente con gusti sessuali di ogni genere). Penso a quelle persone, che per il posto dove vivono o per problemi relazionali, non hanno avuto possibilità di conoscenza. Non è soltanto una questione di disabilità, ma di una serie di cose materiali per migliorare le possibilità.
Assistenza sessuale al femminile: esiste una differenza di approccio da parte delle donne?
Ci sono alcune donne che danno più peso all’affettività, che hanno una necessità di completezza che va oltre l’aspetto fisico, essendo meno abituate a scindere le due sfere, anche per l’insegnamento ricevuto dalla società. L’assistenza sessuale non è una tassa, non è obbligatoria, deve solo essere garantita la possibilità. La prossima figura – scherza – sarà l’assistente sessuale innamorato.
La figura dell’assistente sessuale non è ancora disciplinata a livello giuridico. Esistono proposte di legge in merito?
La proposta è partita dal Comitato per la promozione di una legge per l’assistente sessuale. Ad un convegno ad Orvieto con l’associazione Luca Coscioni, Sergio Lo Giudice (Pd) mi ha contattato e ora lavoriamo insieme per il progetto di legge. C’è disparità tra quello che vorrei e quello che si può fare. La proposta è seguita anche da Fabrizio Quattrini e hanno firmato fino ad ora 11 senatori (in data odierna i senatori sono diventati 17, ndr). Aspettiamo che la proposta venga calendarizzata. La proposta è un work in progress, e i punti più importanti sono soprattutto l’eventuale previsione di un albo e di un ente che possa sorvegliare. Attualmente gli unici problemi da risolvere sono quelli delle associazioni che dovranno gestire gli operatori e il contatto tra domanda e offerta.
All’estero come funziona?
All’estero non ci sono figure. Sono state dette varie cose non veritiere sull’estero. In Germana, Svizzera e Olanda non esistono apposite figure perché funziona in maniera diversa. La prostituzione è regolamentata, è legittima. Ci sono delle associazioni che organizzano dei corsi privati, e alla fine i partecipanti vengono abilitati come assistenti sessuali. L’associazione li segue nei contatti e nelle procedure. In Italia voglio molto di più di una prostituzione legittima.
L’assistenza sessuale produce un effettivo beneficio?
Il beneficio esiste. In Danimarca esiste da dieci anni, se non funziona si sarebbe già estinta.
Nonostante la figura dell’assistente sessuale non sia ancora disciplinata a livello giuridico, lei si sta già adoperando per ricercare futuri assistenti sessuali. Cosa state cercando?
Io e Fabrizio Quattrini (psicologo, psicoterapeuta psicoanalitico, sessuologo, fondatore e presidente di IISS) abbiamo creato un osservatorio scientifico che tenga conto dell’evoluzione. I candidati per la figura di assistente sessuale sono persone normalissime, donne e uomini. Il nostro corso si terrà ad inizio gennaio, e per candidarsi occorre inviare il curriculum, con relativa foto a fquattrini@lovegiver.it
Il curriculum deve essere accompagnato da lettera motivazionale; se la persona ha già avuto esperienze con questioni di disabilità o ha esperienza come assistente sociale, è un valore aggiunto. Per partecipare non occorrono particolari titoli scolastici oltre alla scuola dell’obbligo. Il corso per ora si svolgerà solo a Bologna. Vogliamo collaborare con l’Università per legittimare la figura che esce dal corso. Gli incontri con i candidati alla posizione di assistente sessuale si svolgono a Roma con Fabrizio Quattrini.
E la retribuzione?
Non c’è ancora un’idea fissa sulla retribuzione, ma approssimando 60/80 euro all’ora. Non è stato ancora fissato un orario, ma occorre sicuramente una certa flessibilità. La retribuzione ha comunque senso perché si tratta a tutti gli effetti di un professionista.