Pubblicato il: Lun, Lug 21st, 2014

Carne Halal: a La Spezia, aggiunto a richiesta il menu per i bambini musulmani

di Andrea Gentili 

È polemica a Sarzana (La Spezia), dove la Giunta comunale ha deciso di introdurre nelle mense scolastiche la carne Halal, su proposta dell’assessora alle politiche per l’infanzia Elisabetta Ravecca (Partito Democratico). In arabo, la parola Halal significa “lecito”, e indica un tipo di cibo – in questo caso la carne – preparato rispettando le regole del credo islamico. In particolare, la preparazione della carne Halal richiede lo sgozzamento dell’animale, che viene poi lasciato a dissanguare. La procedura richiede inoltre che la persona addetta allo sgozzamento reciti una preghiera ad Allah subito dopo la morte dell’animale, e che nessun altro animale possa assistervi.

Carne preparata secondo il tipo di macellazione Halal

La decisione di adeguare il menu delle mense ha subito innescato la protesta del consigliere regionale Luigi Morgillo (Forza Italia), che ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale: «Aggiungere la carne Halal nelle mense scolastiche è una discriminazione al contrario. Perché il crocifisso non va bene e la carne Halal sì? Se la scuola dev’essere laica, che lo sia per tutti».

A suo sostegno, il consigliere Morgillo ha un episodio accaduto in Francia recentemente, dove il secolarismo ha vinto sulla religione. Dopo il divieto di indossare il burqa, il velo indossato dalle donne musulmane che copre interamente il volto, in luoghi pubblici, di cui la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha recentemente confermato la legittimità, il governo francese ha deciso di togliere momentaneamente la carne Halal dal menu della Saint-Quentin-Fallavier, prigione di Grenoble. Il provvedimento iniziale che aveva aggiunto la carne macellata secondo il credo del Corano al menu dei detenuti risale al novembre scorso, dopo un’esplicita richiesta da parte di un detenuto che aveva innescato un caso poi risolto dall’approvazione definitiva del tribunale amministrativo. Tuttavia, il definitivo divieto da parte del governo rischia di risollevare un polverone in una Francia schierata sempre di più dalla parte del secolarismo statale, ma che, a detta di molti, appare troppo estremizzato. Il rischio che il governo corre è che la sospensione della somministrazione del cibo Halal nelle prigioni francesi possa diventare un precedente giuridico alquanto pericoloso: dopo il cibo musulmano, verranno proibiti ai detenuti anche i cibi ebraici? Quale sarebbe la responsabilità dello Stato se mai alcuni detenuti, rifiutandosi di mangiare cibo che non rispecchi le regole della propria religione, cominciassero a digiunare con gravi conseguenze sulla loro salute?

Luigi Morgillo, il consigliere regionale che ha presentato l’interrogazione sull’aggiunta del menu Halal nelle mense scolastiche di Sarzana

Sara Frassini, consigliera comunale di Sarzana all’opposizione, ha invece voluto sottolineare come l’introduzione della carne Halal voglia significare l’approvazione da parte della Giunta di un metodo di macellazione definito dalla stessa Frassini come «barbaro e non rispettoso degli animali». Anche lei ha infatti presentato una interrogazione, in sede di consiglio comunale: «Ho deciso di presentare un’interrogazione – spiega Frassini – mettendo in luce la procedura primitiva con cui le bestie vengono sgozzate e lasciate dissanguare senza neppure un preventivo stordimento. Sono fermamente convinta che ancora molto si debba fare a Sarzana, come in Italia, sull’integrazione. Ma non bisogna mai perdere di vista chi siamo, da dove veniamo e soprattutto non possiamo permetterci di tornare indietro nel tempo. I passi – conclude – devono essere fatti in avanti e nel rispetto di tutti. Spero che l’assessore vorrà prendersi il giusto tempo per riflettere e faccia si che negli asili del nostro comune si insegni il rispetto per la vita, anche quella degli animali».

Secondo l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) tuttavia, l’aggiunta al menu delle mense scolastiche di carne preparata secondo le regole di un credo religioso non può essere equiparato all’obbligo, imposto da molte scuole, del crocifisso in classe. Su un comunicato sul suo sito infatti, l’UAAR commenta: «Il paragone non regge assolutamente in questi termini, per il semplice fatto che il crocifisso viene imposto a tutti mentre la scelta del menu è soggettiva. Inoltre, l’assessore alla famiglia Elisabetta Ravecca ha precisato che l’iniziativa non comporterà nessun aggravio di spesa per il comune».