Pubblicato il: Gio, Feb 13th, 2014

AIFA, la pillola del giorno dopo non è abortiva, Viale: «decisione scontata e ovvia»

di Adalgisa Marrocco

Norlevo. La pillola del giorno dopo non può essere considerata farmaco abortivo

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha deciso: la “pillola del giorno dopo” non può essere considerata farmaco abortivo. Il bugiardino (foglietto illustrativo) è stato rivisto, sostituendo la dicitura «il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto» con «inibisce o ritarda l’ovulazione».

La modifica segna una svolta, cancellando gli appigli a cui gli obiettori di coscienza facevano appello per non somministrare la contraccezione d’emergenza. Crollano, infatti, le basi della “clausola di coscienza” in favore dei medici, stabilita nel febbraio 2011 dal Comitato Nazionale di Bioetica.

In parole povere: ora la “pillola del giorno dopo” è considerata alla stregua della più comune pillola contraccettiva.

Il fatto è frutto di un lungo percorso. Tra le position statement più recenti, ricordiamo quella della Federazione Internazionale Ginecologia e Ostetricia che, nel 2008, aveva escluso che la pillola potesse indurre aborto nelle pazienti che decidono di assumerla. Inoltre, nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva sollevato dubbi sul fatto che il farmaco in questione potesse realmente impedire il proseguimento di una gravidanza già in atto. Sostegno all’OMS era giunto dalla Società Italiana della Contraccezione (SIC).

Più recentemente, la European Medicines Agency (EMA) aveva dato notizia dell’avvio di una rivalutazione dei contraccettivi di emergenza. In un comunicato stampa datato 24 gennaio 2014, l’EMA arriva perfino a postulare che «l’aumento del peso corporeo e dell’indice di massa corporea riduca l’efficacia di questi medicinali nel prevenire una gravidanza non voluta, conseguente ad un rapporto sessuale non protetto o al fallimento contraccettivo».

Secondo l’EMA, dunque, per quanto riguarda casi specifici, viene addirittura messa in dubbio la capacità contraccettiva di medicinali contenenti progestinico (ormone) Levonorgestrel, come Norlevo, Levonelle/Postinor e Levodonna. In via ipotetica, viene incluso anche il farmaco EllaOne (Ulipristal acetato), commercializzato ufficialmente in Europa dal 2009. La rivalutazione è conseguenza di alcuni studi clinici condotti su Norlevo, i cui esiti hanno decretato l’efficacia contraccettiva ridotta nelle donne che pesano 75 kg o più, e la totale inefficacia nelle donne con un peso superiore agli 80 kg.

Insomma, rispetto ai recenti studi della comunità scientifica europea, la modifica del bugiardino da parte dell’AIFA per la “pillola del giorno dopo” apparirebbe il minimo sindacale attuabile nel nostro Paese, sempre titubante nel buttare il cuore oltre l’ostacolo in ambito bioetico.

Nonostante la maggioranza degli organi scientifici sia concorde sull’impossibilità di definire la “pillola del giorno dopo” un medicinale abortivo, alcuni esperti continuano a sostenere l’erroneità della strada imboccata. È il caso di Renzo Puccetti (medico, docente di bioetica e membro della già citata European Medicines Agency) che, a Tempi.it, ha dichiarato: «l’Autorità Italiana del Farmaco dovrebbe rendere pubblico l’iter e i passaggi che hanno portato a questo cambiamento. Dovrebbe spiegare quale letteratura scientifica è stata citata e come è stata vagliata. E da ultimo dovrebbe comunicare se questo mutamento di parere è l’esito di una istanza partita dall’azienda produttrice della pillola».

Noi de Ilreferendum.it abbiamo ascoltato Silvio Viale, ginecologo e politico del Partito Radicale.
«Quella della modifica del bugiardino è una decisione scontata ed ovvia, che arriva con un ritardo di oltre 15 anni. Credere che la pillola del giorno dopo potesse procurare l’aborto era un retaggio degli anni ’70-’80, poi totalmente smentito dalla vicenda fecondazione assistita e dalla sperimentazione in vitro. Infatti, gli studi hanno dimostrato l’incapacità del farmaco di agire ad incontro ovulo-spermatozoo già avvenuto, confermando la maggior efficacia (puramente contraccettiva) nelle prime ore successive il rapporto non protetto. In più, personalmente non ho mai sostenuto che la gravidanza inizi con l’impianto», ha affermato Viale.

Circa la questione contraccezione d’emergenza nel nostro Paese, il ginecologo ha continuato: «In Italia si investe molto poco nei contraccettivi d’emergenza, infatti abbiamo vendite corrispondenti ad un terzo o ad un quarto di quelle registrate in Francia ed Inghilterra. Inoltre, siamo l’unico Paese ad avere la prescrizione obbligatoria non ripetibile per questi farmaci, quando in altre nazioni sono addirittura classificati come medicinali da banco. Si tratta di una condizione assurda se, a livello di controindicazioni, possiamo affermare sia più pericoloso assumere un’aspirina senza consultare un medico che non la pillola del giorno dopo».