Anonymous annuncia l’′Operazione Turchia′: destabilizzare i siti governativi turchi
di Valeria Vellucci
Turchia. «Abbiamo assistito per giorni e con orrore a come i nostri fratelli e sorelle turchi, che stanno pacificamente combattendo contro il loro governo tirannico, siano vittime di brutalità. Nelle strade vengono picchiati, investiti da veicoli anti sommossa, colpiti da cannoni ad acqua o gas». Questa, è una parte di quanto Anonymous dichiara nel suo filmato, divulgato in rete durante le scorse ore.
In quella che è stata denominata come ′Op Turkey′, Anonymous lancia quindi la sua cyber sfida ai siti governativi turchi. Le minacce da parte della famosa rete di hacker arrivano conseguentemente alla violenta repressione delle proteste da parte della polizia, ma soprattutto in risposta alle recentissime dichiarazioni del Primo Ministro Erdoğan. In’intervista alla televisione turca, il premier definisce i social network come ′una minaccia per la nostra società′, riferendosi in particolare a Twitter, considerato come il ′primo nemico da combattere′. Già nel corso della scorsa notte, proprio sul famoso social network, Anonymous ha reso noto che hacker pro governo turco stanno tentando di porre fuori uso alcuni siti di informazione turchi.
Per il momento le prime vittime del preannunciato attacco sono state: il sito del presidente, Abdullah Gül, quello del Ministro della Sicurezza e della Giustizia. Tuttavia, sono previsti altri attacchi. Addirittura, successivamente alle ripetute minacce di ridurre la velocità del web, Anonymous ha twittato tutte le password per accessi gratuiti a reti VPN, ovvero un network privato che permette la connessione appoggiandosi a server che si trovano al di fuori dei confini. Non è stato esente da ammonimenti neanche NTV, famoso canale della Tv privata turca. NTV, è entrato a far parte degli obiettivi da colpire in quanto accusato di non avere adeguatamente messo in evidenza gli eventi di questi giorni.
Per quanto riguarda le proteste, sembrerebbero in questo momento essere circa 230 e dislocate in 67 città turche. È di poche ore fa la notizia della morte di Ethem Sarisuluk, giovane manifestante ferito ieri ad Antakya. Salgono così a 2 le vittime di questi giorni di protesta, mentre migliaia sono i feriti. Unione Europea Stati Uniti si sono espressi con parole di condanna nei confronti dell’eccessiva violenza utilizzata dalla polizia verso i manifestanti. Amnesty International continua a ribadire quanto il massiccio utilizzo di gas, e soprattutto all’interno di spazi ridotti, rappresenti una violazione di quello che è il diritto internazionale nonché un gravissimo pericolo per la salute.