Pubblicato il: Lun, Apr 22nd, 2013

Life in Italy is ok. Emergency racconta così i nuovi poveri

di Giulia Mazzetto

Uno dei Polibus di Emergency

Emergency, dal 1994 la più celebre Ong italiana, con l’obiettivo di portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà, da lunedì 22 aprile propone una serie di incontri-dibattiti accompagnati da proiezioni del documentario auto-prodotto “Life in Italy is ok”. Il documento raccoglie le voci di migranti, stranieri, ma anche nuovi italianissimi poveri che raccontano della loro vita in Italia e dell’aiuto ricevuto dai medici dell’Associazione, nell’ambito della campagna che si propone di raccogliere fondi per il “Programma Emergency Italia”.

Emergency ha infatti aperto nel 2006 un poliambulatorio a Palermo, nel 2010 un secondo a Marghera e dal 2011 due pullman trasformati in ambulatori mobili, i cosiddetti “Polibus” che portano assistenza sanitaria prevalentemente nelle zone rurali del Sud Italia, a migranti con o senza permesso di soggiorno e a residenti impegnati nell’agricoltura. Con questi mezzi Emergency ha offerto oltre 80 mila prestazioni gratuite in Italia, e nel 2012 ha anche avviato uno sportello di orientamento sanitario a Sassari, per aiutare migranti e popolazione residente ad accedere alle cure del sistema sanitario.

Principalmente a causa della gravissima crisi economica attuale, il numero di persone che si sono rivolte alle strutture di Emergency è aumentato costantemente ed in modo esponenziale, per questo motivo l’Associazione ha iniziato i lavori di ristrutturazione di due ulteriori Poliambulatori a Napoli e a Polistena (RC), che verranno aperti nel corso del 2013.

Impressionante è che tra i pazienti di Emergency cresca il numero degli italiani che chiedono cure mediche gratuite o aiuto per pagare i ticket per prestazioni da ricevere presso le strutture del servizio sanitario pubblico. Nel Poliambulatorio di Marghera, ad esempio, 1 paziente su 5 è italiano. Secondo il CENSIS, nel 2011 oltre 9 milioni di italiani non hanno avuto accesso alle cure mediche per ragioni economiche. Secondo il Rapporto Oasi 2012 dell’Università Bocconi, presentato dalla federazione delle Asl italiane, i ticket sui farmaci sono aumentati del 40% nel corso del 2012.

Gino Strada

Emergency apre dei poliambulatori per aiutare coloro che non riescono a pagare i ticket e rimangono fermi nelle liste d’attesa, chiede di destinare il 5 per mille per aprire servizi sanitari perché ormai in Italia, non in Africa, milioni di persone hanno sempre meno diritti. C’è qualcosa di assurdo in tutto questo. Serve un progetto politico condiviso che etichetti come priorità la battaglia per garantire la sanità pubblica, rendendo – come dice il Manifesto della stessa Emergency – “il diritto ad essere curato diritto fondamentale e inalienabile appartenente a ciascun membro della famiglia umana e la sanità basata sull’equità, sulla qualità e sulla responsabilità sociale”.

Come grida Gino Strada, servono ospedali che siano realmente “ospitali” e non aziende, una sanità in cui le priorità siano rispettare l’articolo 32 della Costituzione e utilizzare i 30 miliardi di spesa pubblica annuale per la sanità in ricerca, strutture, formazione di infermieri e di medici. Una sanità che non preveda più commistione dannosa tra pubblico auto-degradatosi e privato sinonimo di fatturato e in cui la spasmodica ricerca del profitto, gli aumenti dei ticket e i rimborsi a prestazione vengano finalmente subordinati ai diritti dei pazienti.